Nei misteri dell’Universo, una delle domande più intriganti è se esista vita oltre il nostro pianeta. La sfida principale per gli astrobiologi, gli scienziati specializzati nella ricerca di vita extraterrestre, è rappresentata dall’incertezza riguardo alle forme che questa vita potrebbe assumere. Da un lato abbiamo un solo esempio di biologia, quello terrestre, e dall’altro la vasta abdicazione dell’Universo, dove le condizioni potrebbero dare vita a organismi del tutto diversi da quelli che conosciamo. Questa ricerca spinge gli studiosi a riflettere su regole e leggi generali, che potrebbero governare l’emergere della vita, sia qui sulla Terra che in altri mondi.
Rilevare e definire la vita oltre la Terra
Il primo ostacolo per gli scienziati nella ricerca di vita aliena è definire il termine “vita”. Secondo la NASA, la vita è descritta come una reazione chimica autosostenibile capace di evolversi in modo darwiniano. Questo implica che la vita si basa su sistemi chimici complessi, in grado di adattarsi e rispondere agli stimoli ambientali. La teoria dell’evoluzione di Charles Darwin offre indicazioni su come gli organismi viventi si selezionino e si sviluppino nel tempo, attraverso meccanismi di adattamento al loro habitat. La storia della vita sulla Terra è un racconto lunghissimo, che racconta la transizione da organismi unicellulari a forme di vita più complesse, tra cui l’uomo.
La vera sfida è applicare questo concetto a mondi alieni. Gli esopianeti, ovvero quei pianeti che orbitano attorno a stelle diverse dal Sole, si trovano a distanze enormi e sono difficili da osservare. Gli scienziati utilizzano la spettroscopia, un metodo che consente di analizzare le atmosfere di questi pianeti per cercare segni chimici che possano indicare la presenza di vita. Mediante questa tecnica, è possibile identificare la presenza di ossigeno, un gas che sulla Terra è associato all’attività fotosintetica. Tuttavia, rimangono domande cruciali: la teoria darwiniana è applicabile ovunque? E quali altre reazioni chimiche potrebbero avviare processi biologici su altri pianeti?
L’evoluzione e la complessità dei sistemi
Tutta la biodiversità sulla Terra ha origine da un unico antenato microbico, approssimativamente 4 miliardi di anni fa. Ogni forma di vita, dai microrganismi agli organismi più grandi, ha seguito un percorso evolutivo caratterizzato da processi chimici comuni. Ciò pone la questione se tali meccanismi siano universali e possano avvenire anche in ambienti extraterrestri. In un’iniziativa avviata nel 2024, un gruppo di scienziati si è riunito con l’obiettivo di rivedere e riformulare concetti sull’evoluzione, cercando di comprenderne i fondamenti e l’impatto sull’emergere di forme di vita al di fuori del nostro pianeta.
Alcuni ricercatori hanno proposto che anche sistemi non vivi, come certi tipi di minerali, possano evolvere in modi simili a quelli biologici, soprattutto in condizioni ambientali favorevoli. Questi sistemi, sebbene non viventi, possono manifestare una crescita in complessità attraverso la persistenza selettiva di configurazioni più efficaci, accumulando nel tempo informazioni sempre più elaborate. Così, nel tempo, anche un sistema minerale può raggiungere una notevole complessità .
La varietà delle forme di vita extraterrestre
Quando si parla di vita aliena, ci si deve liberare dall’idea che essa debba necessariamente basarsi sulle stesse condizioni chimiche e fisiche della vita terrestre. Gli organismi viventi conosciuti sulla Terra sono in gran parte strutturati attorno all’acqua, un solvente fondamentale per la chimica della vita. Ma non è detto che nei mondi extraterrestri la vita debba utilizzare l’acqua. Potrebbero esserci forme di vita che emergono in ambienti pieni di solventi come l’acido solforico, l’ammoniaca o l’anidride carbonica liquida.
Inoltre, è alquanto possibile che la vita extraterrestre non segua le regole del carbonio. La chimica carboniosa è la base di tutto ciò che conosciamo, ma scienziati suggeriscono che potrebbero esistere forme di vita eccentriche, in grado di svilupparsi senza un pianeta ospite. Le nuove tecniche di indagine proposte dai ricercatori includono misurazioni della diversità minerale sulla superficie degli esopianeti. Infatti, mentre la vita si sviluppava sulla Terra, creava e consumava una varietà di minerali, il cui numero è cresciuto nel tempo da circa cento a oltre cinquemila attualmente.
La ricerca di vita oltre il nostro pianeta è dunque un campo in continua espansione e ricco di possibilità . Con l’avanzare delle tecnologie e delle metodologie di studio, ci si augura che sarà possibile un giorno risolvere i misteri che avvolgono la vita nell’Universo.