Il sistema Recco, un dispositivo di salvataggio innovativo, è stato attivato in queste ore sotto un elicottero che sorvola l’area del Gran Sasso dove mancano all’appello due alpinisti romagnoli, Luca Perazzini e Cristian Gualdi. Questo strumento, sviluppato per migliorare le operazioni di ricerca in situazioni di emergenza, è stato utilizzato in precedenza in Abruzzo durante l’emergenza Velino nel 2021, quando quattro persone erano disperse a causa di una slavina.
Origini e impiego del sistema Recco
Le origini del sistema Recco risalgono agli anni ’80, quando furono realizzati i primi prototipi in Svezia, Tirolo e Zermatt. La spinta a creare un dispositivo così efficace nacque dopo una tragedia avvenuta in Svezia nel 1973, che portò i soccorritori a riflettere su metodi più efficienti per localizzare le persone disperse. A partire dal 1983, vennero introdotte sul mercato delle piastrine riflettenti, progettate per essere integrate in abbigliamento o calzature, in modo da semplificare enormemente il lavoro dei soccorritori. Il primo utilizzo efficace di questo sistema avvenne nel 1987, a Lenzerheide in Svizzera, dove un alpinista sepolto da una valanga riuscì a essere salvato grazie a questo innovativo sistema.
Il meccanismo alla base del funzionamento del dispositivo prevede l’utilizzo di un trasmettitore-ricevitore di onde radio, che stabilisce un collegamento tra il rilevatore e la piastrina indossata dall’alpinista. Il rilevatore, che può essere utilizzato a mano dagli operatori o agganciato a un elicottero, permette di coprire una vasta area in tempi rapidi. Questa tecnologia ha dimostrato la sua efficacia, rendendo possibile la ricerca di persone disperse su un’area che può arrivare a un chilometro quadrato in appena sei-dieci minuti.
Il dispositivo Recco e le operazioni di soccorso attuali
Nel contesto della scomparsa di Luca Perazzini e Cristian Gualdi, l’uso del sistema Recco rappresenta un potenziale fattore chiave per le operazioni di recupero. Elio Ursini, del Laboratorio di Geologia e sismologia dell’Università dell’Aquila, ha spiegato che la piastrina, che misura circa 5 cm, è della massima importanza nei momenti critici dei soccorsi. Posizionata sugli scarponi o sugli zaini, permette ai soccorritori di ricevere segnali che indicano la presenza di una persona sepolta.
La ferma speranza in una rapida individuazione ha spinto anche il senatore Guido Quintino Liris, esponente di Fratelli d’Italia, a sollecitare l’utilizzo di questo dispositivo. Durante un’incursione nei pressi di Fonte Cerreto, la base della funivia, Liris ha messo in luce un’importante iniziativa avviata tre anni fa quando era parte della giunta regionale dell’Abruzzo. La sua proposta prevedeva l’acquisizione di antenne e protocollo per garantire maggiore sicurezza in montagna.
Col supporto di tecnologie come il sistema Recco, i soccorritori possono ottimizzare il loro intervento in situazioni di emergenza. Questo potrebbe rivelarsi cruciale nel caso specifico degli alpinisti romagnoli, ai quali si spera di poter dare un esito positivo grazie alle attrezzature impiegate nelle operazioni di salvataggio in corso. La comunità alpinistica guarda con apprensione alle notizie dal fronte delle ricerche, speranzosa di un esito favorevole.
Ultimo aggiornamento il 27 Dicembre 2024 da Armando Proietti