La giornata di oggi a Pescara si è contraddistinta per una forte mobilitazione dei lavoratori di Ambiente Spa, che hanno aderito in massa allo sciopero indetto contro il rischio di una parziale privatizzazione della società . La protesta ha coinvolto numerosi comuni serviti dall’azienda e ha visto il supporto di diverse sigle sindacali. Le ragioni dello sciopero ruotano attorno all’incertezza sul futuro della gestione pubblica della società e alla mancanza di un dialogo concreto tra le parti coinvolte.
Motivo della protesta e organizzazione dello sciopero
Le principali sigle sindacali, tra cui Cgil, Cisl, Uil, Fiadel e Ugl, hanno promosso lo sciopero per contrastare una possibile privatizzazione parziale di Ambiente Spa, che attualmente opera principalmente sotto controllo pubblico. L’allarme riguarda il destino della gestione del servizio, considerato un bene pubblico dagli operatori e dai sindacati stessi. L’iniziativa ha visto la partecipazione completa dei lavoratori dei comuni serviti, segnalando un’unità sul territorio in difesa del mantenimento della maggioranza pubblica.
Mobilitazione e modalitÃ
La giornata è iniziata con un sit-in davanti alla sede della Regione Abruzzo. Successivamente i manifestanti si sono spostati con un corteo lungo le vie di Pescara, terminando la mobilitazione sotto al municipio cittadino. La protesta assume la forma di uno sciopero deciso e partecipato, capace di creare disagi per mettere in evidenza un disagio reale legato a una questione sociale e lavorativa sentita come urgente.
Le richieste dei sindacati e la critica al dialogo assente
I sindacati coinvolti hanno spiegato che negli ultimi tempi non sono stati compiuti atti concreti da parte dell’azienda o degli enti pubblici per garantire la mantenuta natura pubblica della società . Questa mancanza di decisioni tangibili ha alimentato la tensione, rinsaldando l’adesione dei lavoratori alla protesta. Le sigle lamentano anche che non si è mai aperto un confronto serio con le rappresentanze sindacali per trovare un punto d’intesa condiviso che potesse mettere fine al rischio di privatizzazione.
Carmine D’Alonzo, segretario regionale di Fiadel, insieme a Sandro Donatelli di Ugl Psa, ha sottolineato come lo sciopero debba necessariamente generare disagio, non per piacere ma per sollevare un problema reale. Entrambi hanno contestato l’assenza di dialogo e hanno chiesto firme precise affinché Ambiente Spa rimanga pubblica. Il loro appello si rivolge in particolare all’azienda stessa ma anche alla Regione Abruzzo e al Comune di Pescara, considerati attori essenziali nella gestione e nelle decisioni future.
Appello e richieste specifiche
Posizione della Cgil e il valore del diritto di sciopero
Massimo Di Giovanni, rappresentante della Cgil, ha espresso comprensione per il disagio che questa mobilitazione può causare ai cittadini di Pescara e dei comuni limitrofi. Nonostante questo, ha ribadito che il diritto di sciopero è sancito dalla costituzione, e quindi legittimo. Secondo Di Giovanni, l’adesione massiccia degli operai riflette la volontà di difendere un modello di gestione pubblica tra i più sentiti.
Ha inoltre rimarcato che non spetta alla politica determinare in maniera unilaterale la forma con cui una società partecipata deve essere gestita. Gli amministratori cambiano nel tempo, mentre chi rimane sono i lavoratori e la comunità che usufruisce del servizio pubblico. Per questo la tutela del bene pubblico deve andare oltre le decisioni contingenti e garantire sostegno nel lungo periodo, aspetto al centro della protesta in corso.