La situazione in Mozambico continua a sollevare preoccupazioni significative a livello internazionale. Dopo le elezioni di ottobre, Amnesty International ha reso noto un rapporto inquietante: la polizia ha sparato sulla folla, portando alla morte di circa 400 persone. Questa tragica situazione ha destato un’ondata di indignazione per il fatto che, fino ad ora, nessuno sembra essere stato chiamato a rispondere per le atrocità commesse durante queste manifestazioni.
La conta delle vittime e le irregolarità elettorali
Secondo l’organizzazione locale Plataforma Decide, il numero di vittime è di almeno 388 durante le contestazioni legate al voto conclusosi nel mese di ottobre. Le elezioni sono state vinte dal partito al governo, il Frelimo, storicamente al potere nel paese, ma ciò non ha placato le tensioni. Diversi gruppi di osservatori internazionali hanno segnalato irregolarità significative, che hanno alimentato ulteriormente le proteste. I cittadini, scontenti del risultato e delle modalità con cui sono avvenute le votazioni, hanno espresso il loro dissenso attraverso manifestazioni, alcune delle quali sono sfociate in scontri violenti.
I filmati circolati sui social media hanno documentato momenti drammatici, mostrando la polizia che rispondeva con proiettili, non solo in modo letale, ma anche sparando in aria come “colpi di avvertimento”. Amnesty International ha sottolineato la gravità di queste azioni, definendo il loro uso della forza non solo inappropriato, ma anche illegale. Questo comportamento rappresenta una violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, creando un clima di paura tra la popolazione.
La risposta della polizia durante le manifestazioni
Il rapporto di Amnesty fa riferimento a testimonianze inquietanti, raccolte attraverso il colloquio con circa trenta persone che hanno assistito agli eventi cruciali. In aggiunta, sono stati analizzati oltre un centinaio di materiali visivi, inclusi video e fotografie dai social network. Queste prove supportano le accuse di uso di armi da fuoco da parte delle forze di polizia, inclusi fucili AK e pistole, in operazioni che non rispettano le linee guida sul controllo delle folle.
Si segnala che le operazioni di polizia hanno raggiunto livelli estremi, in alcuni casi avvenendo anche da veicoli in movimento. Amnesty ha specificato che l’uso di fuoco letale durante le manifestazioni non è accettabile e contrasta con le norme internazionali. La mancanza di misure preventive e di un’adeguata gestione dei conflitti ha aggravato la situazione, trasformando una potenziale protesta pacifica in un bagno di sangue.
Le richieste di giustizia e responsabilità
Alla luce della brutalità senza precedenti, Amnesty International ha fatto un appello urgente al Procuratore generale del Mozambico. L’organizzazione chiede che vengano avviate indagini approfondite e imparziali su tutte le violazioni dei diritti umani verificatesi durante le manifestazioni. Questo include tutte le accuse di omicidio, lesioni personali e arbitraria detenzione.
Le autorità devono essere ritenute responsabili per le loro azioni, e le misure necessarie devono essere attuate per garantire che tali episodi non si ripetano. L’opinione pubblica e le organizzazioni per i diritti umani continueranno a monitorare questi sviluppi, sottolineando l’importanza di una risposta adeguata da parte delle istituzioni mozambicane. In attesa di un’azione decisiva, la fiducia dei cittadini nelle loro istituzioni rimane profondamente compromessa.