Il prossimo 29 aprile il Teatro Marrucino di Chieti ospiterà la prima nazionale di “E io ero Sandokan”, rappresentazione teatrale ispirata alla figura dell’avvocato Pasquale Galliano Magno. Lo spettacolo vuole ricordare il ruolo centrale dell’avvocato nel processo del 1926, dove difese Velia Titta, vedova del deputato Giacomo Matteotti, assassinato nel 1924. L’ingresso sarà gratuito e l’evento si inserisce in una serie di iniziative dedicate alla memoria civile e politica legata alla vicenda Matteotti e alla storia locale.
La nascita e il significato dello spettacolo in ricordo di pasquale galliano magno
La rappresentazione si costruisce attorno alla figura di Pasquale Galliano Magno, uomo che ha lasciato una traccia nel panorama giuridico e civile di Chieti. Nato a Orsogna, dove fu sindaco poco prima dell’avvento del fascismo, Magno è ricordato per il suo impegno costante nella difesa della legalità e dei diritti democratici, specialmente durante il difficile periodo del ventennio. Il testo di Mauro Morelli e la regia di Milo Vallone hanno voluto raccontare la sua vita senza tralasciare il contesto storico in cui ha operato; in particolare la sua partecipazione al processo contro gli assassini di Matteotti, un momento che ha segnato la storia italiana.
La motivazione dietro lo spettacolo
La scelta di mettere in scena questo spettacolo nasce dal desiderio di rinsaldare la memoria di persone che hanno saputo contrastare l’oppressione e di mantenere vivo il ricordo di valori che, ancora oggi, necessitano di protezione. L’opera è stata preparata in occasione del centenario del delitto Matteotti, avvenuto nel 1924, e per il cinquantesimo anniversario della morte di Galliano Magno, che si è spento nel 1974. La timing coincide anche con le celebrazioni del 25 aprile, festa della Liberazione, rafforzando il legame tra memoria storica e impegno civico.
La struttura e l’allestimento dello spettacolo al teatro marrucino
Lo spettacolo teatrale coinvolge tredici attori che portano in scena una rappresentazione densa di significato. La regia di Milo Vallone ha curato una narrazione che integra rigore documentale con una forte carica emotiva, cercando di trasmettere non solo i fatti storici, ma anche la dimensione umana di Galliano Magno. Un elemento distintivo è la scenografia video interattiva, che offre un supporto visivo moderno ed efficace, arricchendo la performance e aiutando il pubblico a immergersi nella storia raccontata.
Il luogo simbolico della rappresentazione
La scelta del Teatro Marrucino come sede per questa prima rappresentazione non è casuale. Il luogo ha ospitato il processo Matteotti e coincide con la città dove Magno operò come avvocato e figura politico-amministrativa. Questo collegamento diretto tra palco e vicenda storica rafforza il valore simbolico dell’evento, che non si limita a una semplice messa in scena ma si trasforma in un mezzo di conservazione culturale e civile.
Iniziative istituzionali e importanza della memoria nel contesto di chieti
La Presidenza del Consiglio comunale di Chieti patrocina lo spettacolo, esprimendo il riconoscimento istituzionale verso la figura di Galliano Magno e il significato dell’opera. Il sindaco Diego Ferrara e il presidente del Consiglio Luigi Febo hanno sottolineato in conferenza stampa come questa iniziativa rappresenti un’opportunità per rinnovare un dialogo con il passato e riaffermare l’importanza della memoria democratica in tempi nei quali è fondamentale mantenere vivi i valori civili.
Questa attenzione alla storia locale e nazionale vuole contrastare ogni tentativo di revisionismo nei confronti degli eventi che hanno segnato il nostro paese. La difesa della memoria condivisa diventa quindi un dovere civile, in particolare quando si parla di personaggi come Matteotti e Magno, simboli di resistenza e legalità. Lo spettacolo si inserisce così in un percorso di riflessione e confronto che coinvolge la comunità teatina e non solo.