La pizza è un simbolo della cucina italiana capace di attraversare generazioni e stili culinari. Angelo Carannante, chef con una stella Michelin al ristorante Caracol di Bacoli, ha recentemente raccontato come il rispetto per la tradizione resti alla base dell’arte della pizza, anche per un cuoco che lavora in alta gastronomia. Tra una serata alla pizzeria “Bruscone” di Curti, in provincia di Caserta, e uno scambio con colleghi pizzaioli come Christian Oliviero, la sua visione mostra un equilibrio tra materia prima semplice e tocchi di creatività contenuta.
la pizza tra arte stellata e cucina popolare
Angelo Carannante, noto per la sua cucina raffinata e premiata, condivide una posizione chiara sulla pizza: deve rimanere fedele alle sue origini popolari. Lo chef è convinto che, nonostante la sua esperienza stellata, in pizzeria si debba rispettare la tradizione senza esagerare. Preparando una “bianca con carciofi, aioli alla menta, pecorino e pesto napoletano” al “Bruscone“, sottolinea come la pizza non sia un piatto da stravolgere. Piuttosto, va mantenuta con ingredienti semplici e riconoscibili, perché quel legame con la storia e la cultura gastronomica è ciò che rende la pizza amata da tutti.
spazio per evoluzioni ma con limiti chiari
Carannante riconosce che nel mondo della pizza c’è spazio per un’evoluzione, ma a suo avviso non deve trasformarsi in qualcosa di artificioso o complesso. Il rispetto della materia prima, la scelta di prodotti di qualità ma essenziali, assicurano risultati apprezzati. In questo contesto, la figura del pizzaiolo rimane centrale. La sua esperienza e manualità si esprimono meglio lavorando con concetti chiari, senza la pressione di seguire mode stravaganti o tecniche troppo elaborate.
dialogo tra chef e pizzaioli in provincia di caserta
L’evento a Curti ha preso forma grazie ai fratelli Carmine e Pietro Vetrella, pizzaioli e titolari del “Bruscone“, che hanno accolto Angelo Carannante e Christian Oliviero, chef del DejaVù di Pozzuoli. Questo incontro racconta un rapporto strettissimo tra due mondi che spesso si sovrappongono: la cucina raffinata e la tradizione popolare della pizza. Questi momenti permettono di confrontarsi su ingredienti, tecniche e visioni, dando spazio a nuove idee senza perdere la rotta.
tradizione e qualità nella scena campana
I Vetrella, molto apprezzati nella zona per l’attenzione alla qualità e alla lievitazione, rappresentano una garanzia nella scena campana. La collaborazione tra professionisti di diversi ambiti culinari riflette una curiosità reciproca e un rispetto per i mestieri. In effetti, i pizzaioli continuano a essere depositari di saperi artigiani, che dialogano con chef stellati senza però confondere i ruoli.
evoluzione moderata nel mondo della pizza
Negli ultimi anni la pizza ha visto molte sperimentazioni, con condimenti insoliti o tecniche che puntano a enfatizzare sapori non convenzionali. Carannante osserva questa tendenza, ma invita a non perdere mai di vista il raccordo con la semplicità che ha fatto grande questo piatto. La sua esperienza ai forni conferma che in ogni forno si ritorna a prodotti semplici per incontrare i gusti della gente.
innovazione con moderazione
Secondo lo chef, basta un minimo di innovazione per rendere moderna la pizza senza allontanarla dal suo carattere popolare. Dopo tutto, in pizzeria ci si confronta con piatti che devono essere accessibili, capaci di accogliere clienti di tutte le età e gusti. Questo limita scelte troppo ardite e impone precisione nella tecnica e nell’abbinamento degli ingredienti.
La scelta tra tradizione e innovazione resta un equilibrio delicato, che ogni pizzaiolo sviluppa secondo sensibilità personali e la risposta dei consumatori. Il percorso di Carannante mostra come, anche da un cuoco stellato, si possa imparare a rispettare la sostanza, evitando di complicare un prodotto che ha nella sua semplicità la forza principale.