Un automobilista si è visto annullare una multa di 845 euro, così come la sospensione della patente, dopo essere stato sorpreso a viaggiare a 255 km/h su un tratto dell’autostrada A26 dove il limite era di 130 km/h. Questa decisione, presa dalla Prefettura di Novara lo scorso 4 novembre, è il risultato di un’azione legale congiunta tra il conducente e il suo avvocato, Gabriele Pipicelli. L’episodio è accaduto a maggio, nelle vicinanze di Sillavengo, dove un autovelox aveva documentato il comportamento dell’automobilista. Tuttavia, si è scoperto che il dispositivo di rilevamento non era omologato, il che ha reso la multa non valida.
La problematica dell’omologazione degli autovelox
La questione centrale riguardava l’omologazione dell’autovelox utilizzato per il rilevamento della velocità. A differenza dell’omologazione, che garantisce la conformità dell’apparecchiatura a normative specifiche, l’“approvazione” è un termine che non offre la stessa garanzia di legalità. La Prefettura di Novara ha sottolineato che l’uso di un dispositivo non omologato conduce a una illegittimità delle misurazioni effettuate. Secondo le normative vigenti, solo gli autovelox omologati possono essere utilizzati per sanzionare gli automobilisti.
Questa differenza di classificazione tra “approvazione” e “omologazione” è stata ribadita dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione, che ha stabilito che i dispositivi approvati non soddisfano i requisiti di legge necessari per validare le sanzioni emesse. In questo caso specifico, il prefetto ha annullato il verbale dell’infrazione, portando così anche all’annullamento di tutte le sanzioni collegate, comprese le sospensioni della patente, che potevano variare tra 6 e 12 mesi.
Il ricorso legale presentato dall’automobilista ha trovato supporto nella prevalente giurisprudenza che considera tali misurazioni, fatte con dispositivi che non soddisfano i requisiti di omologazione, come illegittime. Questo rafforza la necessità di verificare sempre la certificazione degli apparecchi utilizzati per la rilevazione della velocità.
Restituzione della patente e impatti legali
Dopo la recente decisione della Prefettura di Novara, l’automobilista non solo ha riavuto la patente, ma ha anche visto annullata una maxi multa che si fondava su un misurazione non valida. Questo caso evidenzia un aspetto cruciale delle normative di sicurezza stradale: la corretta omologazione degli strumenti di rilevamento. Affinché le sanzioni siano legittime e valide, gli strumenti utilizzati dalle forze dell’ordine devono essere conformi alle normative vigenti.
La decisione favorevole per l’automobilista pone interrogativi sulla gestione e l’applicazione delle sanzioni da parte delle autorità competenti. Se un dispositivo di rilevamento è non omologato, l’intera procedura di multa diventa fragile, aprendo la strada a molteplici contenziosi e ricorsi legali simili. L’importanza della legittimità degli strumenti di misurazione non può essere sottovalutata, poiché essa garantisce non solo la correttezza delle sanzioni, ma anche il rispetto dei diritti degli automobilisti.
Questo caso non solo rinforza i diritti degli automobilisti, ma sottolinea anche la responsabilità delle autorità nel garantire che le tecnologie impiegate siano adeguatamente certificate. Chiara è l’esigenza di un sistema che non tolleri ambiguità, per prevenire fattispecie simili in futuro.