Antoni Gaudí e la madonna della Sagrada Familia: il riconoscimento di Papa Francesco

Antoni Gaudí e la madonna della Sagrada Familia: il riconoscimento di Papa Francesco

Papa Francesco proclama Venerabili quattro figure della Chiesa cattolica, tra cui Antoni Gaudí, evidenziando il loro impegno spirituale e opere caritative che ispirano le generazioni future.
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Il 2025 inizia con la proclamazione da parte di Papa Francesco di quattro Venerabili della Chiesa cattolica, tra cui Antoni Gaudí, celebre architetto della Sagrada Familia, riconosciuto per il suo talento artistico e impegno spirituale. Gli altri Venerabili sono i sacerdoti Pietro Giuseppe Triest, Agostino Cozzolino e Angelo Bughetti, mentre si avvia il processo di beatificazione di Nazareno Lanciotti, mart - Gaeta.it

Il 2025 si apre con un importante riconoscimento da parte di Papa Francesco, che ha proclamato Venerabili quattro personalità della chiesa cattolica. Tra queste, spicca Antoni Gaudí, l’architetto catalano la cui vita è stata interamente dedicata alla costruzione della Sagrada Familia a Barcellona. Questo gesto non solo onora il suo straordinario talento artistico, ma ne sottolinea anche l’impegno spirituale considerato da lui stesso come una missione divina. Accanto a Gaudí, sono stati dichiarati Venerabili anche tre sacerdoti: Pietro Giuseppe Triest, Agostino Cozzolino e Angelo Bughetti, e si è avviato il processo di beatificazione di Nazareno Lanciotti, sacerdote martire in Brasile, ed Eliswa della Beata Vergine.

La vita e l’opera di Antoni Gaudí

Nato il 25 giugno 1852 a Reus, Antoni Gaudí ha sempre visto la sua arte come un’estensione della sua spiritualità profonda. Cominciò a lavorare alla Sagrada Familia nel 1883, un anno dopo la posa della prima pietra. Gaudí si distinse per il suo approccio originale all’architettura, abbandonando le tradizionali linee neogotiche in favore di forme ispirate alla natura, ricche di simbolismi e significati religiosi.

Il suo “Manoscritto” di Reus, scritto prima di affrontare il progetto della Sagrada Familia, evidenzia la sua conoscenza dell’architettura e la sua dedizione alla fede cristiana. La chiesa non è solo un’opera architettonica: secondo Gaudí, era una “missione”, un modo per avvicinare le persone a Dio. Il suo lavoro si caratterizza per l’uso di elementi naturali e per la capacità di trasmettere emozioni attraverso la luce e l’architettura.

Durante la sua vita, Gaudí affrontò numerosi ostacoli e critiche. Malgrado ciò, perse la sua famiglia e si dedicò con maggiore fervore al progetto, tanto da stabilire la sua residenza in una piccola stanza accanto alla chiesa nel 1925. Morì tragicamente in un incidente stradale il 10 giugno 1926. Fare i suoi saluti finali presso l’ospedale, la sua scomparsa fu un evento che colpì profondamente Barcellona, con una partecipazione al funerale che sfiorò le 30.000 persone.

Nazareno Lanciotti: martire in Brasile

Nazareno Lanciotti, un sacerdote originario di Roma, sarà beatificato per il suo martirio avvenuto in Brasile. Nato il 3 marzo 1940, fu ordinato sacerdote nel 1966 e, dopo aver prestato servizio nella Capitale, nel 1971 si recò in Brasile per unirsi alla missione dell’Operazione Mato Grosso.

Dal suo arrivo nel villaggio di Jauru, al confine con la Bolivia, Lanciotti fondò una parrocchia e creò numerose comunità ecclesiali, avviando progetti sociali che includevano la creazione di un ospedale, di una scuola e assistere i più bisognosi. La sua dedizione ai poveri e alla giustizia lo rese una figura di riferimento per le comunità locali. Tuttavia, il suo lavoro attivo attrasse l’attenzione di malviventi. La sera dell’11 febbraio 2001, mentre cenava con collaboratori, fu gravemente ferito da due uomini mascherati, morendo il 22 febbraio 2001. La sua vita e la sua opera rimangono un esempio di coraggio e dedizione.

Eliswa della Beata Vergine: la fondatrice di una congregazione

Eliswa della Beata Vergine, originaria del Kerala, India, ha dedicato la sua vita alla preghiera e al servizio degli altri. Nata il 15 ottobre 1831, la sua vita cambiò drammaticamente quando, a 16 anni, fu sposata con un uomo d’affari. Rimasta vedova un anno dopo, decise di consacrarsi a Dio.

Sotto la guida del padre carmelitano Leopoldo Beccaro, fondò nel 1862 la prima congregazione del Kerala, il Terzo Ordine delle Carmelitane Scalze. La comunità si dedicò all’istruzione delle ragazze povere e opere sociali sostanziali. Nel suo percorso, Eliswa affrontò diversi ostacoli, manifestando un forte senso di responsabilità verso i più vulnerabili. Morì il 18 luglio 1913, e alla sua intercessione è attribuita una guarigione miracolosa di una neonata nel 2005, confermando la sua eredità spirituale.

Pietro Giuseppe Triest: un pioniere della carità

Pietro Giuseppe Triest, nato a Bruxelles il 31 agosto 1760, è un’altra delle figure recentemente dichiarate Venerabili. Ordinato sacerdote nel 1786, divenne ben presto un punto di riferimento per gli orfani e i più bisognosi, creando un orfanotrofio e fondando diverse congregazioni, come le Suore della Carità di Gesù e Maria. La sua vita fu segnata da periodi di clandestinità durante le rivoluzioni europee, ma il suo operato continuò a prosperare.

Fino alla sua morte nel 1836, Triest si dedicò con dedizione alla cura dei malati, ponendo l’umanità di Cristo al centro della sua spiritualità. L’eredità lasciata da questo sacerdote belga è testimoniata dalle continue opere di carità che continuano a esistere.

Angelo Bughetti e Agostino Cozzolino: modelli di vita sacerdotale

Anche Angelo Bughetti, nato a Imola nel 1877, e Agostino Cozzolino, campano e nato nel 1928, sono stati proclamati venerabili. Bughetti, dopo aver ricevuto l’ordinazione nel 1900, si dedicò all’insegnamento e a varie attività caritative, specialmente nei confronti dei giovani in un contesto difficile. Morì il 5 aprile 1935, apprezzato per la sua capacità di coinvolgere i parrocchiani nella preghiera e nell’aiuto ai bisognosi.

Don Agostino Cozzolino, che divenne sacerdote nel 1952, trascorse la sua vita a Napoli, dove lavorò per creare una comunità che annunciasse il Vangelo. Fondatore di diversi gruppi di spiritualità e di aiuto, affrontò la malattia con incredibile dignità fino alla sua morte nel 1988. Entrambi rappresentano l’esempio di un sacerdozio dedito alla comunità e al servizio.

Questi riconoscimenti non solo rendono onore a queste figure, ma servono anche da ispirazione per le generazioni future, sottolineando l’importanza di un impegno vivente nella fede e nelle opere di carità.

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