Anziano di caldonazzo truffato con finto messaggio whatsapp, perde 2000 euro con bonifico urgente

Anziano di caldonazzo truffato con finto messaggio whatsapp, perde 2000 euro con bonifico urgente

Un anziano di Caldonazzo truffato con un messaggio WhatsApp che chiedeva un bonifico urgente di 2000 euro; i carabinieri hanno identificato due giovani responsabili e avvertono sulla prudenza nelle richieste sospette.
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Un anziano di Caldonazzo è stato truffato con un falso messaggio WhatsApp che chiedeva un bonifico urgente di 2000 euro, ma grazie alle indagini dei carabinieri i responsabili sono stati identificati. - Gaeta.it

Un anziano residente a caldonazzo ha subito una truffa telefonica che gli è costata 2000 euro. La vittima ha ricevuto un messaggio whatsapp che chiedeva aiuto urgente per un presunto problema con il telefono e un nuovo numero provvisorio. Senza sospettare nulla, ha eseguito un bonifico su quel conto. Solo dopo, parlando direttamente con il figlio, ha scoperto l’inganno e ha denunciato ai carabinieri.

Il messaggio whatsapp e la richiesta di un bonifico urgente

L’episodio è iniziato con un messaggio whatsapp apparso sul telefono dell’anziano. Il testo diceva: “Papà ho perso il telefono, e sto usando un numero provvisorio, ho bisogno di un bonifico urgente”. Il messaggio indicava problemi con il dispositivo del figlio, la necessità di un aiuto immediato e la richiesta di denaro tramite bonifico su un conto indicato. L’uomo, preoccupato e convinto che fosse davvero il figlio in difficoltà, ha proceduto senza esitazioni.

La vittima ha effettuato un trasferimento di 2000 euro, spedendo la somma al conto bancario indicato nel messaggio. Quel conto era intestato a un soggetto terzo, estraneo sia a lui che al figlio. La comunicazione urgente ha spinto l’anziano a non chiedere ulteriori conferme o informazioni. Soltanto nel corso della giornata ha potuto mettersi in contatto diretto col figlio, scoprendo l’inconsistenza della richiesta e il tentativo di raggiro.

Questo tipo di azione ingannevole si basa sulla simulazione di un’urgenza famigliare, spingendo la vittima a non riflettere a fondo ma a rispondere prontamente per soccorrere un parente. Il messaggio, scritto con un tono immediato e personale, ha facilitato la truffa.

L’intervento dei carabinieri e le indagini sulla truffa

Dopo la denuncia presentata dall’uomo, i carabinieri della stazione di caldonazzo hanno iniziato le indagini con rapidità. Grazie a una serie di accertamenti incrociati e all’analisi dei dati forniti dalla vittima e dalle banche, sono riusciti a risalire all’intestatario del conto su cui erano confluiti i 2000 euro.

Si è trattato di un ragazzo italiano ventenne, già noto alle forze dell’ordine per episodi simili di truffa. Le indagini hanno portato anche all’individuazione di un complice, cittadino indiano poco più che ventenne, titolare di un negozio di telefonia nella zona. Quest’ultimo aveva attivato la scheda sim utilizzata per inviare i messaggi di truffa, intestandola a una persona estranea al reato per evitare responsabilità.

L’attività del negozio di telefonia è stata centrale per procurare le schede sim utilizzate nei raggiri. Gli inquirenti hanno accertato che la falsificazione dell’intestazione della sim serviva a nascondere le tracce agli investigatori. Entrambi i giovani dovranno rispondere dei reati di truffa aggravata in concorso e sostituzione di persona.

Le forze dell’ordine ricordano la necessità di verificare tramite contatti diretti ogni richiesta di denaro che sopraggiunge via messaggi o chiamate, soprattutto quando si tratta di numeri nuovi o non conosciuti.

Dinamiche della truffa e modalità di neutralizzazione

Le truffe telefoniche come quella di caldonazzo sono studiate per sfruttare la confidenza familiare e la fretta delle vittime, usando messaggi brevi e incisivi. Spesso i truffatori simulano situazioni di emergenza per indurre alla risposta immediata senza controlli. In questo caso, il finto smarrimento del telefono ha accompagnato la richiesta di un numero nuovo e urgente.

Il meccanismo sfrutta anche strumenti elettronici come le schede sim intestate a ignari terzi, attivate per spedire e ricevere comunicazioni fraudolente. Questo rende più difficili i controlli ma, con indagini tecniche, i carabinieri sono riusciti a risalire ai responsabili.

La diffusione di queste truffe richiede attenzione da parte di chi riceve messaggi sospetti. La prima regola è evitare bonifici senza conferme scritte o telefoniche dirette dai familiari coinvolti. Non a caso, proprio la richiesta di un bonifico si basa sull’urgenza di trasferire denaro onde evitare che la vittima possa pensare di fermarsi a riflettere.

Il caso di caldonazzo mostra quanto possano essere efficaci le indagini immediate e coordinate tra polizia e istituti bancari per riportare ordine dopo episodi di questo tipo. Pubbliche amministrazioni e forze dell’ordine invitano a segnalare qualunque messaggio sospetto o tentativo truffaldino per prevenire altri danni simili.

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