Api e biomonitoraggio ambientale: progetto apincittà in 60 città italiane per valutare l’inquinamento

Api e biomonitoraggio ambientale: progetto apincittà in 60 città italiane per valutare l’inquinamento

Apincittà utilizza api domestiche in sessanta città italiane, da Alessandria a Roma, per monitorare qualità dell’aria, inquinanti e biodiversità con il supporto di Carabinieri Forestali e istituti scientifici.
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Il progetto italiano Apincittà utilizza api domestiche come sentinelle ambientali in 60 città per monitorare inquinamento, biodiversità e qualità dell’aria, integrando scienza e natura nel controllo degli ecosistemi urbani e rurali. - Gaeta.it

Il monitoraggio ambientale in Italia si avvale di un metodo originale e naturale: le api. Apincittà è il nome dell’iniziativa che impiega le api domestiche come sentinelle dell’ambiente. Sono coinvolte sessanta città da nord a sud, da Alessandria a Roma, passando per La Spezia, Grosseto fino a Bari e Potenza. Le api rappresentano così non solo produttori di miele ma anche strumenti scientifici utili a misurare la salute degli ecosistemi urbani e rurali.

Ruolo delle api nei programmi di controllo ambientale in italia

Il progetto Apincittà si snoda su tutto il territorio nazionale con l’installazione di due apiari per ciascuna città partecipante. Questa iniziativa nasce e viene guidata dal Comando Unità Forestali, Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri, che ne assicura finanza e coordinamento. Tra i partner scientifici figurano Ispra, anche se la sua collaborazione terminerà nel 2025, l’Istituto Superiore di Sanità, Crea, Izslt e la Federazione Apistica Italiana. Gli apiari sono principalmente collocati presso sedi e strutture dei Carabinieri Forestali, così da integrare la sorveglianza ambientale con la presenza territoriale di forze di sicurezza.

Questi alveari non sono solo postazioni per raccogliere miele ma sono strumenti per osservare e registrare variazioni ambientali rilevanti. Le api, infatti, entrando in contatto con fiori, aria e acqua dei territori circostanti, accumulano informazioni che rilasciano nelle analisi di laboratorio. Questa attività costante consente di cogliere informazioni sulla qualità dell’aria, sul livello di inquinamento e sullo stato della biodiversità locale.

Le api come sentinelle dell’ambiente

Analisi e interpretazioni: il contributo di ispra

Il ruolo dell’Ispra in questo progetto si concentra soprattutto sulla valutazione della qualità ambientale attorno agli alveari. Roberto Sannino, ricercatore dell’Ispra e responsabile di questa parte del progetto, spiega che le api forniscono dati preziosi perché trasportano particelle e sostanze eletto dall’ambiente di raccolta del nettare e del polline. “L’indagine prende in considerazione la varietà e la presenza di piante con fiori adatti agli impollinatori, elemento che indica uno stato del territorio più o meno favorevole al mantenimento degli equilibri naturali.”

La ricostruzione del paesaggio vegetale attorno agli apiari aiuta anche a capire quanto le superfici naturali resistano o diminuiscano a causa di urbanizzazione o modifiche agricole. Inoltre, le analisi chimiche applicate al materiale raccolto dalle api consentono di rintracciare residui di sostanze tossiche e contaminanti ambientali con un dettaglio altrimenti difficile da ottenere.

Il paesaggio e il ruolo dei fiori nei dati raccolti

Fattori di pressione e qualità dell’ambiente monitorata con le api

Tra i parametri esaminati nel progetto Apincittà ci sono tre elementi chiave: i pesticidi presenti nelle acque superficiali e sotterranee, gli inquinanti atmosferici ritenuti più dannosi per piante e animali e il consumo di suolo, cioè la riduzione delle aree naturali che forniscono servizi come la conservazione della biodiversità. Questi tre fattori rappresentano le principali minacce per gli impollinatori e per lo stato generale dell’ambiente.

L’area di studio coincide con il raggio d’azione delle api intorno agli apiari, spesso poche centinaia di metri, ma sufficienti per capire cosa accade nel territorio intorno alle sedi scelte. Grazie alla mobilità delle api – che si spostano per cercare cibo – si raccolgono campioni in diversi punti e variazioni di qualità diventano più evidenti. La presenza e il comportamento degli insetti, quindi, aggiungono una dimensione dinamica alle rilevazioni ambientali fatte con strumenti fissi.

Tre minacce chiave per la salute ambientale

Analisi di metalli, polveri e microplastiche: l’apporto delle api nel monitoraggio

Dopo aver raccolto campioni da api, miele, polline o cera, i ricercatori effettuano controlli specifici per scoprire la presenza di metalli pesanti come piombo o mercurio, polveri sottili e microplastiche. Questi contaminanti sono difficili da rilevare nel territorio urbano in modo capillare e continuo. Le api, portandosi dentro queste sostanze, permettono di circoscrivere le zone più critiche.

Questo metodo di monitoraggio con le api sta prendendo sempre più piede anche in Europa, dove aumentano gli studi che sfruttano questo indicatore biologico. Roberto Sannino sottolinea che “i dati ottenuti dalle api si completano con quelli provenienti da rilevamenti ambientali tradizionali.” Se c’è inquinamento, le api lo segnalano e permettono di intercettare fenomeni spesso difficili da evidenziare solo con le analisi chimiche.

Il progetto verrà mantenuto attivo fino al 2026, con la raccolta e l’elaborazione dei dati ancora in corso. In questo modo si creerà un quadro dettagliato dello stato degli ambienti urbani e periurbani italiani attraverso un sistema che mette insieme scienza e natura.

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