L’inchiesta sulla Diga di Genova si arricchisce di nuovi elementi dopo la revisione del video della conferenza stampa del 13 ottobre 2022. Durante l’incontro in Autorità portuale, l’ex presidente della Regione, Giovanni Toti, rilasciò dichiarazioni che ora potrebbero risultare cruciali per le indagini in corso. Le autorità stanno ora cercando di comprendere l’importanza di queste affermazioni e il loro potenziale legame con l’appalto per la costruzione dell’opera pubblica, fra sospetti di turbativa d’asta e possibili manovre illecite.
Le dichiarazioni di Giovanni Toti e il loro rilievo
Le parole di Giovanni Toti, all’epoca delle dichiarazioni, emergono come un elemento chiave nell’indagine della procura di Genova. Durante la conferenza stampa, Toti affermò: “A gara chiusa posso dire: squadra che vince non si cambia, prima sarebbe stato un reato.” Questa frase, come indicato dagli investigatori, è stata pronunciata dopo che l’appalto era stato aggiudicato a Salini Fincantieri e Fincosit. La procura ha deciso di indagare più a fondo a causa delle intercettazioni che rivelano una conversazione tra Toti e l’imprenditore Aldo Spinelli, avvenuta prima dell’indizione della gara. In quell’occasione, l’ex presidente della Regione avrebbe anticipato il nome del potenziale vincitore.
La rilevanza di queste affermazioni risiede nella loro tempistica e nel contesto in cui sono state rilasciate. Gli inquirenti cercano di comprendere se tali commenti possano suggerire una conoscenza pregressa sui risultati della gara, preludendo a una presunta intesa tra i protagonisti dell’appalto. Se accertate le irregolarità, si potrebbero configurare reati di turbativa d’asta rilevanti nel panorama delle opere pubbliche italiane.
L’inchiesta della procura europea e il contesto degli arresti
Parallelamente alle indagini della procura di Genova, anche la procura europea è entrata nel merito della vicenda. Attualmente, le autorità europee hanno avviato un’inchiesta per turbativa d’asta, rilevando come l’aggiudicazione dell’appalto possa essere stata influenzata da pratiche illecite. Nel quadro di queste indagini, sono stati acquisiti gli atti riguardanti un precedente procedimento di corruzione che ha portato agli arresti domiciliari di Toti e Spinelli, oltre alla detenzione in carcere dell’allora presidente dell’Autorità portuale, Paolo Emilio Signorini.
Queste operazioni di polizia giudiziaria evidenziano un clima di preoccupazione per la trasparenza e la legalità negli appalti pubblici in Italia. A conferma di ciò, è stata trasmessa all’EPPO anche l’intercettazione contenente la conversazione tra Toti e Spinelli, in cui l’ex presidente regionale cementava ulteriormente le sue posizioni riguardo all’assegnazione della gara.
Il mistero della conversazione con Daniele Franco
Un aspetto intrigante dell’inchiesta riguarda un accenno di Toti a un colloquio con Daniele Franco, l’ex ministro dell’economia del governo Draghi. Durante la telefonata con Spinelli, Toti menzionò di avere parlato con “Franco” sul tema dell’appalto. Tuttavia, il commento risulta generico e non esistono prove concrete del fatto che tale conversazione si sia effettivamente svolta.
Questo dettaglio complica ulteriormente il quadro investigativo, poiché potrebbe lasciare trasparire un possibile tentativo di guadagnare un supporto istituzionale o, al contrario, rappresentare un semplice elemento di conversazione tra i due soggetti. L’assenza di conferme ufficiali potrebbe rendere difficile per la procura stabilire legami tra le dichiarazioni politiche e le pratiche gestionali legate all’appalto.
Mentre l’indagine continua, l’attenzione si concentra sulle modalità con cui gli appalti pubblici vengono gestiti nel nostro paese, interrogandosi su come garantire meccanismi di trasparenza e legalità sempre più stringenti. Le prossime settimane saranno decisive per fare luce su una vicenda che potrebbe sconvolgere il panorama politico e imprenditoriale ligure, e non solo.
Ultimo aggiornamento il 22 Agosto 2024 da Sara Gatti