Il caso di Baby Gang, il noto trapper italiano al secolo Zaccaria Mouhib, continua a far parlare di sé, mentre la sua difesa ha presentato appello contro la condanna inflittagli dal gup di Milano. La pena di tre anni e 4 mesi, decisa dopo un rito abbreviato, ha destato scalpore e sollevato interrogativi sulla responsabilità di Mouhib in un evento di disordini preso in esame. La vicenda risale ai fatti del 10 aprile 2021, quando il giovane artista si trovava a Milano, al centro di una situazione di tensione tra ragazzi e forze dell’ordine.
I fatti del 10 aprile 2021
Il 10 aprile 2021 San Siro, un quartiere di Milano, è stato teatro di disordini durante la registrazione di un video musicale da parte del trapper Neima Ezza, amico e collega di Baby Gang. Secondo le informazioni fornite dalla Polizia e dal public ministero Leonardo Lesti, circa 300 persone, inclusi molti minorenni, si sarebbero radunate per assistere all’evento. Durante la registrazione, si sono verificati scontri tra i partecipanti e le forze dell’ordine, con il lancio di oggetti, un momento che ha portato a numerose accuse nei confronti di alcuni presenti.
Nella complessità del caso, spicca la figura di Baby Gang, che, senza prove concrete che attestino la sua presenza attiva negli scontri, trova la sua immagine associata ad atti di violenza. La diatriba riguarda non solo le azioni di quel giorno, ma anche la rappresentazione che ne è emersa. Secondo la difesa, la mancanza di evidenze visive contro Mouhib dovrebbe sollevare interrogativi sulla sua colpevolezza. L’assenza di video che documenterebbero l’atto di lanciarsi oggetti contro la Polizia gioca un ruolo cruciale nella costruzione della sua difesa.
Le argomentazioni della difesa
L’avvocato Niccolò Vecchioni, che rappresenta Baby Gang, si è espresso con fermezza contro la condanna. Secondo lui, la sentenza non tiene conto delle prove a carico del suo assistito e adotta una logica limitativa che riduce il caso a una visione unidimensionale. Il legale sottolinea come la sentenza impieghi una “visione a tunnel”, escludendo un’analisi approfondita delle evidenze e delle circostanze in cui gli eventi si sono svolti. La difesa sostiene che il giudice abbia interpretato le affermazioni di un fan come rappresentative di una verità più ampia, insinuando che i video musicali di Baby Gang diffondano un messaggio di antisocialità e ostilità verso le istituzioni.
L’avvocato ha messo in discussione la logica della sentenza, evidenziando che il giudice non ha considerato il contesto più ampio della carriera artistica di Baby Gang. Il trapper è generalmente visto come un giovane artista che utilizza la musica per esprimere esperienze di emarginazione sociale e disagio, piuttosto che un promotore di violenza. La difesa quindi chiarisce come il messaggio del trapper possa essere interpretato diversamente, fungendo da denuncia piuttosto che istigazione.
La questione della responsabilità sociale
La condanna di Baby Gang tocca anche il tema delle responsabilità sociali legate al mondo della musica e dell’arte. La sentenza non solo influisce sulla vita del trapper, ma solleva interrogativi su come la società percepisce la cultura giovanile e le sue manifestazioni artistiche. La difesa invita a riflettere su come la musica possa influenzare comportamenti e atteggiamenti, evidenziando la necessità di un approccio più sfumato quando si tratta di artisti che, attraverso le loro opere, parlano di esperienze di vita difficili.
È importante sottolineare che l’appello di Baby Gang non è solo una questione di libertà personale, ma si colloca in un discorso più ampio sulla libertà di espressione e sull’interpretazione dei messaggi da parte degli artisti. Questo va a toccare tematiche sociali rilevanti, intersecando binari di giustizia e cultura, in un contesto dove la musica è spesso utilizzata come strumento di critica e riflessione sociale.
La vicenda di Baby Gang, quindi, non si ferma alla semplice valutazione della condanna, ma invita ad un esame più profondo delle dinamiche che collegano la musica, l’arte e la società attuale.
Ultimo aggiornamento il 2 Dicembre 2024 da Laura Rossi