Una lettera accorata indirizzata al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, segna un nuovo tentativo di salvaguardare i posti di lavoro della Jabil di Marcianise. In un contesto di crescente difficoltà economica, il Vescovo di Caserta e Arcivescovo di Capua, Pietro Lagnese, ha espresso preoccupazione per il futuro di 413 lavoratori, attualmente a rischio licenziamento a causa della chiusura prevista dell’azienda entro marzo.
La crisi della Jabil e le conseguenze per il territorio
La Jabil, multinazionale americana attiva nel settore dell’elettronica, ha avviato una procedura di licenziamento collettivo per i lavoratori del suo stabilimento di Marcianise. La situazione, già critica negli ultimi anni, si è ulteriormente aggravata con l’annuncio della cessazione delle attività . Secondo fonti aziendali, la crisi è stata alimentata da una serie di problematiche interne e dall’assenza di un piano strategico per il sostegno dei siti produttivi italiani. Il management ha denunciato l’ostilità dei sindacati e dei lavoratori verso le proposte di ristrutturazione, rendendo quindi complicato il mantenimento dei posti di lavoro.
Lagnese ha messo in evidenza la grave perditeia sociale che questa chiusura comporterebbe, lodando il contributo che la fabbrica ha dato all’economia locale per decenni. La chiusura di Jabil segna un passo indietro per un territorio già provato, dove storicamente vi erano grandi realtà produttive come Olivetti e Siemens. Questa trasformazione evidenzia una crisi più ampia del tessuto industriale del Sud Italia.
Un appello alla politica e alla responsabilità collettiva
Il Vescovo Lagnese ha utilizzato una comunicazione diretta e sincera per coinvolgere il Ministro Urso, chiedendo di attivare un tavolo di discussione con tutte le parti interessate. La richiesta non è solo una forma di lobby, ma un vero e proprio appello alla responsabilità collettiva. «Se la Jabil andrà via davvero, sarà una sconfitta immorale per il territorio» ha dichiarato in modo eloquente. Questo passaggio non solo mette in risalto la perdita di posti di lavoro, ma implica anche una responsabilità morale della classe dirigente nel sostenere le aree in difficoltà .
Lagnese ha sottolineato l’importanza della politica nel trovare soluzioni alternative, come la possibilità di far subentrare una cooperativa di lavoratori nella gestione dell’azienda o di trovare un nuovo partner industriale più solido. Esperienze simili, come quella di Whirlpool a Napoli, dimostrano che esistono soluzioni praticabili per prevenire la chiusura e il conseguente disastro sociale.
La speranza di un futuro migliore
Nella lettera, il Vescovo esprime un desiderio di cambiamento e di speranza, sottolineando come la situazione attuale possa essere affrontata in modo proattivo. L’appello si fa portavoce di una comunità che sacrifica il proprio futuro per la mancanza di interventi significativi. La richiesta di Lagnese non si limita a continuare a proteggere posti di lavoro, ma tocca anche il tessuto sociale e la dignità di chi lavora. Esiste una chiamata a ripensare il modo in cui le aziende possono interagire con le comunità in cui operano, e alla responsabilità delle istituzioni nel creare un ambiente favorevole al mantenimento e allo sviluppo dell’occupazione.
La lettera conclude con un invito al Ministro a riflettere sull’importanza di un intervento immediato, nonché sulla possibilità di un futuro migliore per i lavoratori e il territorio. Questo episodio rappresenta un chiaro monito alle forze politiche e ai gestori di aziende per evitare che altre realtà produttive seguano lo stesso destino della Jabil a Marcianise.
Ultimo aggiornamento il 22 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano