Un gruppo di oltre cento architetti e intellettuali ha espresso preoccupazione riguardo al progetto di ristrutturazione dello stadio Sinigaglia a Como, chiedendo alla società Como 1907 di abbandonare il piano attuale. Questo appello, sottoscritto da figure di spicco della cultura architettonica mondiale, ha raggiunto anche il sindaco Alessandro Rapinese e le autorità competenti, evidenziando questioni di rilevanza architettonica e culturale legate all’area.
Il contesto dell’appello
Il progetto di trasformazione dello stadio Sinigaglia ha sollevato un acceso dibattito tra gli esperti e l’amministrazione locale. I firmatari dell’appello, tra cui il critico d’arte americano Aaron Betsky e l’architetto spagnolo Rafael Moneo, argomentano che l’area circostante, nota come ‘giardini a lago’, possiede grande valore architettonico. Qui si trovano opere significative del noto architetto comasco Giuseppe Terragni, come il Novocomum e la Casa Giuliani Frigerio, oltre al Monumento ai Caduti, realizzato anche questo su disegno di Antonio Sant’Elia. Questi edifici razionalistici sono considerati un patrimonio prezioso della città e meritano di essere preservati.
Le preoccupazioni dei firmatari si concentrano sulla possibile alterazione del paesaggio e sull’importanza di mantenere l’integrità storica del sito. Gli esperti ritengono che la ristrutturazione possa compromettere il contesto paesaggistico, e suggeriscono che il Como 1907 dovrebbe cercare un’area alternativa per la nuova struttura sportiva, rispettando l’armonia tra architettura moderna e ambientale.
La posizione del sindaco di Como
In risposta all’appello, il sindaco Alessandro Rapinese ha espresso un netto rifiuto a considerare la richiesta avanzata. Durante un’intervista con Espansione tv, ha dichiarato: “Se considero la loro richiesta? No grazie, chiuso qua.” Il primo cittadino ha confermato la sua ferma convinzione di procedere con il progetto, sottolineando come la ristrutturazione dello stadio Sinigaglia fosse già stata inclusa nel programma elettorale con cui è stato eletto.
Rapinese ha precisato che il suo obiettivo è chiaro: “Chi governa Como vuole lì lo stadio.” Con queste parole, il sindaco evidenzia la determinazione della sua amministrazione a continuare sulla strada già tracciata, nonostante le obiezioni dei professionisti internazionali e locali che hanno firmato l’appello.
Un dibattito aperto sul futuro dello stadio
Il contrasto tra gli architetti e l’amministrazione comunale ha acceso il dibattito sul futuro dello stadio Sinigaglia e sull’importanza di preservare il patrimonio culturale di Como. Le posizioni contrapposte delle due parti potrebbero influenzare i prossimi sviluppi del progetto, portando a nuove discussioni pubbliche o revisioni dei piani.
Molti cittadini e appassionati di architettura stanno seguendo da vicino questa vicenda, testimoniando l’interesse per il destino della struttura sportiva e l’impatto che le decisioni avranno sul paesaggio urbano. La città di Como, con la sua storia ricca di architettura e cultura, si trova ora davanti a un bivio tra innovazione e conservazione, un tema che continuerà a suscitare confronti nei prossimi mesi.
La vicenda dello stadio Sinigaglia rappresenta non solo un caso locale, ma anche un esempio di come il dialogo tra cultura e urbanistica possa generare conflitti e opportunità. La mobilitazione di architetti e intellettuali dimostra come una comunità possa unirsi per difendere il proprio patrimonio culturale e architettonico, mettendo in luce le sfide che affrontano le città moderne nel bilanciare sviluppo e conservazione.