L’architetto Renzo Piano ha lanciato un appello per preservare le sale cinematografiche di Roma, definendole luoghi culturali indispensabili nel panorama urbano della capitale. Con una lettera pubblicata su La Repubblica, Piano sottolinea l’importanza di questi spazi in un contesto in cui le città si riempiono di strutture commerciali e residenziali, a discapito della cultura e del senso di comunità.
L’importanza delle sale cinematografiche nella vita urbana
Le sale cinematografiche non sono semplici luoghi dove proiettare film; sono spazi vitali per la socializzazione e la cultura. Come sostenuto da Piano, queste strutture devono essere integrate nel tessuto urbano di Roma e non possono diventare vittime di un processo di riconversione che le trasformerebbe in semplici immobili a scopo commerciale. Questi edifici rappresentano i “polmoni” delle città, offrendo a cittadini e turisti opportunità di svago, riflessione e comunità.
Il richiamo dell’architetto si fa più forte in un momento in cui le sale stanno chiudendo. Le sale adibite a cinema potrebbero essere convertite in negozi o altre strutture commerciali, ma questo impoverirebbe il patrimonio culturale della città. La trasformazione di spazi once vibranti in aree di consumo rischia di livellare l’unicità culturale di Roma, sacrificando il suo valore storico ed emotivo. La crisi delle sale cinematografiche è dunque una questione di identità urbana, non solo un problema economico.
La riconversione minaccia il commercio al dettaglio
I dati citati da Piano evidenziano una tendenza inquietante: il potere dell’immobile ingrana in un ciclo di profitto che prevale sulla cultura. A Parigi, un affitto di una sala cinematografica mostra potenziali rendimenti che superano i 900.000 euro in 15 anni. Se questa logica si diffondesse anche a Roma, non solo le sale cinematografiche andrebbero perdute, ma anche il piccolo commercio locale. Chiusure e dismissioni di queste strutture porterebbero a un panorama urbano dominato dalla logica commerciale, svuotando le città della loro ricchezza culturale e storica.
Un esempio che risuona forte è l’esperienza del Cinema America, salvato da una comunità che si è mobilitata per mantenere viva una parte essenziale della cultura cinematografica a Roma. L’architetto ribadisce l’incredibile valore di spazi come il Cinema Troisi, oggi considerati fondamentali per la fruizione culturale. Questi esempi dimostrano come la comunità possa realizzare esperienze significative proprio nei luoghi che rischierebbero di essere chiusi o dimenticati.
Un invito alla politica e alla cittadinanza
Piano critica anche la visione miope di chiunque in politica consideri le sale cinematografiche meramente come luoghi per proiezioni. Questi spazi possono essere molto di più: teatri, sale per concerti e luoghi di incontro. Dovrebbero invece essere considerati “tiers-lieux,” strutture multifunzionali in grado di supportare la vita sociale e culturale della comunità. La politica ha il dovere di prendere in considerazione le molteplici potenzialità di questi ambienti per stimolare interazioni sociali e un variegato panorama culturale.
Il messaggio di Renzo Piano si fa luce d’emergenza. È cruciale che cittadini, aziende e istituzioni lavorino insieme per proteggere questi luoghi e garantire che continuino a esistere come spazi di libertà e creatività. La responsabilità non è solo degli architetti o dei politici, ma di tutta la comunità, affinché si prenda consapevolezza del valore inestimabile svolto dalle sale cinematografiche nella narrazione collettiva di una città come Roma.
Questo appello è dunque un richiamo diretto a tutti noi: prendiamo coscienza della nostra storia, della nostra cultura e dell’importanza di luoghi che ci uniscono, per non lasciarci sfuggire ciò che rende le nostre città uniche e vive.