La notizia del riconoscimento della Via Appia antica, conosciuta come la “Regina viarum”, come patrimonio mondiale dell’Unesco è stata accolta con entusiasmo dalle istituzioni locali, ma evidenzia anche una serie di problematiche irrisolte che riguardano il suo stato di conservazione. Questo traguardo, che segna il 60° sito italiano incluso nella lista dell’Unesco, ha riportato in luce il tema della valorizzazione di un patrimonio storico richiamando l’attenzione su un’area spesso trascurata.
Il significato del riconoscimento
Un traguardo storico per l’Italia
Il riconoscimento dell’Appia antica rappresenta un importante passo per la valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Non solo evidenzia l’importanza storica della Via Appia, che è stata una delle principali arterie stradali dell’antica Roma, ma segnala anche un salvagente alle pratiche di tutela e promozione del patrimonio storico.
L’iscrizione nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco comporta responsabilità e opportunità. Per le amministrazioni locali, è l’occasione per mettere in atto misure di salvaguardia e preservazione. Tuttavia, chi ha governato in questi anni è stato colto di sorpresa dal riconoscimento, perché nonostante i vari proclami di valorizzazione, il passato lascia qualche domanda aperta.
La bellezza e le ferite della Via Appia
Nonostante la bellezza del tratto che attraversa il sud pontino, ci sono condizioni lamentate da altri in ambito locale. Alcuni tratti della “Regina Viarum” sono stati trascurati e mostrano segni di degrado. Manufatti storici sono stati danneggiati o scomparsi, sollevando interrogativi sull’efficacia della tutela fino a oggi.
I secoli di abbandono e la mancanza di interventi proattivi da parte delle autorità competenti sollevano dubbi sulla gestione futura. Chiaramente, la strada ora da percorrere per le istituzioni è un impegno concreto per riportare alla luce e tutelare un patrimonio che trascende la mera bellezza estetica.
Le voci del territorio
Le critiche di **Giovanni Meschino
Giovanni Meschino, presidente del movimento popolare “Lega aurunca”, ha espresso il suo rammarico riguardo all’accoglienza dell’annuncio. Meschino ha fatto notare, infatti, che le dichiarazioni di soddisfazione da parte degli amministratori locali giungono con un certo ritardo, denunciando lo stato di abbandono in cui versa l’intera area.
“Siamo felici del riconoscimento,” afferma, “ma è un peccato che non ci sia stata la stessa passione per la cura di questo patrimonio in passato.” Le sue parole rappresentano un disperato appello ai sindaci e alle istituzioni locali affinché non si dimentichino delle promesse fatte.
Critiche verso le amministrazioni
Meschino critica anche i sindaci della provincia, sottolineando come queste istituzioni ora impegnate a rivendicare un merito siano state assenti mentre il patrimonio culturale si deteriorava. “Solo ora si accorgono che c’è bisogno di interventi,” ha insistito, evidenziando l’ironia di una situazione in cui i rappresentanti locali sembrano risvegliarsi solo dopo il riconoscimento.
Queste affermazioni pongono a nudo una realtà inquietante: una gestione fin troppo passiva del patrimonio culturale, che ha allontanato il focus dalle necessità di intervento e conservazione. Come suggerisce Meschino, molti manufatti storici, invece di essere oggetto di valorizzazione pubblica, si ritrovano trasformati in oggetti decorativi nei giardini privati, pratiche che evidenziano una mancanza di rispetto per la storia.
Guardando al futuro
Possibilità di un nuovo inizio
Sebbene il quadro attuale appaia sconfortante, Meschino ha rilasciato parole di speranza. “Grazie all’Unesco, forse qualcosa si muoverà. Forse…” ha concluso. Questo lascia spazio a un’interpretazione positiva: il riconoscimento come patrimonio mondiale potrebbe fungere da catalizzatore per un cambiamento effettivo. Affinché ciò accada, tuttavia, le amministrazioni locali devono passare dalle parole ai fatti, implementando piani d’azione concreti per la tutela e la promozione della Via Appia.
Evento celebrativo
Domani si svolgerà un evento celebrativo per commemorare l’iscrizione della “Via Appia. Regina Viarum” nella lista dell’Unesco. Si tratta di un’occasione per riunire la comunità, le istituzioni e gli esperti del settore nella speranza di avviare un dialogo produttivo sul futuro del sito. Le aspettative sono alte, e il monitoraggio delle azioni concrete che seguiranno l’evento sarà determinante per il futuro della Regina Viarum.
Ultimo aggiornamento il 26 Agosto 2024 da Fabio Belmonte