La recente archiviazione dell’inchiesta che coinvolge Valeria Valerio, avvocato e moglie del consigliere regionale Ferruccio Sansa, ha destato l’attenzione dell’opinione pubblica. Il giudice per le indagini preliminari ha accolto la richiesta della pubblica accusa, chiudendo un caso che aveva suscitato numerose polemiche. I provvedimenti decisivi presi dal giudice mettono in luce i dettagli di una vicenda in cui l’accusa di circonvenzione di incapace nei confronti di un’anziana facoltosa ha trovato un risvolto inaspettato.
La vicenda che ha portato all’inchiesta
L’inchiesta era stata aperta a seguito della denuncia presentata dall’amministratore di sostegno dell’anziana, la quale aveva lasciato in eredità due polizze assicurative di ingente valore. Valerio e il frate erano stati accusati di aver approfittato della vulnerabilità della donna, ma il pubblico ministero, Eugenia Menichetti, ha sottolineato come le azioni dei due imputati rispecchiassero la volontà dell’anziana. Secondo le indagini, essa si sarebbe liberamente autodeterminata, avendo trovato in Valerio e nel religioso un sostegno e una compagnia nei suoi ultimi anni di vita.
Le dichiarazioni della pm hanno evidenziato la mancanza di prove circa l’effettivo raggiro subito dall’anziana. Valerio e il frate, dunque, sono stati considerati più che semplici benefattori: sono emerse le loro credenziali come figure chiave nel supportare la donna nelle sue scelte personali.
Sviluppi legali e conseguenze
La chiusura dell’inchiesta ha condotto anche a un quadro chiaro riguardo alle misure cautelari precedentemente adottate. Inizialmente, la procura aveva chiesto e ottenuto una misura interdittiva temporanea nei confronti di Valerio, bloccandola dall’esercizio della professione di avvocato fino a febbraio 2024. Un obbligo di firma era stato imposto al frate, ed era stato sequestrato un conto corrente cointestato con Ferruccio Sansa. Queste misure avevano creato tensioni e un clima di incertezza, incrementando la visibilità mediatica del caso.
Tuttavia, dopo un’accurata analisi, il giudice ha stabilito che gli elementi di prova raccolti durante le indagini erano insufficienti per giustificare il mantenimento di tali misure. Ricordando le conclusioni accettate dalla Procura, ha affermato che il grave quadro indiziario era venuto meno, permettendo così l’archiviazione.
Riscontri e dichiarazioni degli indagati
Durante il corso dell’inchiesta, si è svolto un ciclo di audizioni in cui Valerio e il frate hanno fornito la loro versione dei fatti, che poi si è rivelata coerente e supportata da riscontri esterni. Le dichiarazioni dei testimoni e la documentazione presentata hanno confermato la linea difensiva degli imputati, apportando chiarezza sul ruolo di sostegno che avevano offerto all’anziana.
Il pubblico ministero ha evidenziato come l’anziana avesse scelto di affidarsi alle due figure che, di fatto, erano diventate parte integrante della sua vita quotidiana. Questo aspetto ha giocato un ruolo cruciale nel determinare la decisione finale del giudice.
L’archiviazione di questa inchiesta rappresenta un tassello significativo non solo per Valerio e il frate, ma anche per la salvaguardia delle libertà personali in contesti di vulnerabilità . La vicenda solleva interrogativi su come si affrontano le accuse di circonvenzione e sull’importanza di garantire un’adeguata protezione per le persone in difficoltà , senza dimenticare il rispetto della libertà individuale.
Ultimo aggiornamento il 14 Gennaio 2025 da Sofia Greco