La questione legata al futuro dell’ex palazzo della Sanità in piazza Martiri Pennesi a Teramo si fa sempre più complessa. Il direttore generale di Arpa Abruzzo, Maurizio Dionisio, ha riaffermato la posizione dell’Agenzia riguardo la possibile delocalizzazione del distretto provinciale, sottolineando le difficoltà pratiche e finanziarie emerse negli ultimi mesi. Le risorse già dedicate e l’avanzamento del progetto rendono ormai improbabile una revisione del percorso intrapreso.
la proprietà e la configurazione attuale della sede di piazza Martiri Pennesi
La sede di Arpa a Teramo si trova in un edificio storico, noto come ex palazzo della Sanità, situato in piazza Martiri Pennesi. L’immobile è di proprietà esclusiva di Arpa Abruzzo per sette ottavi, mentre il rimanente ottavo appartiene alla provincia di Teramo, che ha affidato ad Arpa la responsabilità della ristrutturazione. Questa situazione è frutto di una deliberazione della giunta regionale di circa vent’anni fa, che ha trasferito la proprietà alla Regione Abruzzo in accordo con la Asl locale.
Il ruolo di questa struttura è cruciale: ospita laboratori e uffici dedicati al controllo ambientale in provincia, funzioni fondamentali per la gestione del territorio e la tutela della salute pubblica. Proprio per questa centralità, qualsiasi ipotesi di cambiamento deve tenere conto della necessità di garantire continuità operativa e sicurezza nello svolgimento delle attività. L’edificio, soggetto a un progetto di restauro e ricostruzione, rappresenta una risorsa tangibile e strategica per l’agenzia e per il territorio teramano.
progetto di restauro e importanza strategica
La struttura è un punto di riferimento fondamentale per la gestione ambientale locale, sottolineando il legame tra patrimonio storico e funzionalità moderna.
lo stato del progetto di ricostruzione e gli investimenti già effettuati
Attualmente, il progetto di demolizione e ricostruzione della sede di piazza Martiri Pennesi è finanziato dall’ufficio speciale per la Ricostruzione, che ha stanziato fondi specifici per intervenire sull’edificio. A oggi, sono stati spesi circa mezzo milione di euro per le prime fasi di abbattimento e per la preparazione del cantiere. Questo investimento dimostra la concretezza del piano in corso e l’impegno a rinnovare gli spazi secondo criteri moderni.
Il finanziamento attivo crea un vincolo economico e tecnico difficile da ignorare. Rinunciare a quanto già finanziato equivarrebbe a perdere risorse pubbliche importanti, rischiando anche sanzioni da parte della Corte dei Conti per danno erariale. Oltre a questo aspetto legale, l’abbandono del progetto attuale comporterebbe la perdita dell’opportunità di avere un edificio sicuro e con un migliore impatto energetico, con benefici anche sull’efficienza delle attività quotidiane.
Le valutazioni tecniche sottolineano che la struttura, una volta ricostruita, garantirà standard elevati di sicurezza e funzionalità. La struttura sarà pensata per soddisfare le esigenze operative degli uffici e dei laboratori, sottolineando quanto la continuità dell’attività dipenda dalla stabilità degli spazi fisici.
investimenti e vincoli finanziari
“Rinunciare al piano significherebbe perdere risorse pubbliche importanti, esponendo l’Agenzia a rischi legali e amministrativi,” ha evidenziato Dionisio.
il punto di vista del personale e delle rappresentanze sindacali
Nel dibattito che riguarda la possibile delocalizzazione, si è fatto sentire anche il parere di chi lavora ogni giorno nella sede di Teramo. Il direttore generale ha riferito di aver dialogato con il personale e con i sindacati, che hanno espresso una netta preferenza per il mantenimento dell’attuale collocazione.
La sede, infatti, rappresenta per molti un punto di riferimento consolidato, non solo per la vicinanza ai principali servizi, ma anche per l’identità che si è costruita nel tempo. Il senso di appartenenza è forte e si traduce in una maggiore efficienza operativa, dovuta anche alla familiarità con gli spazi, la struttura e la logistica.
Le preoccupazioni avanzate riguardano il possibile disorientamento e il rallentamento delle attività nel caso di un trasferimento repentino o inadeguato. La continuità operativa è legata anche alla sicurezza dei locali e alla qualità dei servizi offerti ai cittadini, valori che il personale vuole preservare con attenzione.
opinioni del personale
Il personale ha sottolineato come “il senso di appartenenza alla sede attuale favorisce l’efficienza e la qualità del lavoro quotidiano.”
l’assenza di alternative concrete e le difficoltà per un cambio di sede
Uno tra i punti più critici emersi nella discussione riguarda la mancanza di proposte valide in grado di sostituire concretamente il progetto di ricostruzione in piazza Martiri Pennesi. Dionisio ha puntualizzato che fino ad ora nessuna istituzione o ente ha presentato un piano alternativo specifico e realizzabile.
In circostanze differenti, se fossero state individuate altre sedi con caratteristiche adeguate, Arpa Abruzzo avrebbe valutato il trasferimento senza esitazioni. Ma ora, dopo aver impegnato molte risorse e avendo un progetto in fase avanzata, non è possibile fermare e modificare la tabella di marcia senza pagare un prezzo alto, sia a livello economico che amministrativo.
Difficoltà tecniche e giuridiche si intrecciano in questa situazione. Modificare il percorso previsto esporrebbe l’Agenzia a rischi di perdita di fondi pubblici e a possibili contenziosi, oltre a mettere a rischio l’assetto organizzativo. Il quadro disegnato descrive un contesto in cui la strada indicata è praticamente l’unica, almeno per ora. Un cambio di rotta richiederebbe non solo risorse aggiuntive ma anche una visione e un progetto ampiamente condiviso fra i soggetti interessati e coinvolti.
Arpa Abruzzo, quindi, conferma la propria volontà di proseguire con l’operazione di ristrutturazione e ricostruzione nell’ex palazzo della Sanità, esclusivamente in assenza di alternative praticabili e reali.
assenza di alternative efficaci
“Abbiamo bisogno di un progetto condiviso e concretezza: senza alternative valide, la strada è ormai tracciata,” ha concluso Dionisio.