Un caso giuridico significativo ha portato alla incarcerazione di una donna di 60 anni a Roma, coinvolta in episodi ripetuti di violazione della legge sulla droga. Gli sviluppi di questa vicenda si sono susseguiti rapidamente, evidenziando le sfide che le forze dell’ordine e la giustizia devono affrontare nel combattere il traffico di sostanze stupefacenti nella capitale.
L’arresto iniziale e i domiciliari
La storia di questa donna inizia alla fine di ottobre, quando gli agenti del commissariato Porta Pia hanno effettuato un arresto in seguito a un’indagine sul lo spaccio di sostanze stupefacenti. L’operazione ha portato alla scoperta di attività illecite e al fermo della donna, che a quel tempo risultava già avere un passato problematico legato a reati di droga. Dopo aver convalidato l’arresto, il Giudice ha deciso di imporre alla donna la misura dei domiciliari, una decisione che avrebbe dovuto garantire un controllo più rigoroso durante il periodo di attesa del processo.
Tuttavia, la misura cautelare si è rivelata insufficiente. Durante il periodo in cui la donna si trovava agli arresti domiciliari, gli agenti del distretto Salario-Parioli sono intervenuti nuovamente, trovandola ancora coinvolta in attività di spaccio. Da qui è scattato un nuovo arresto, e la donna è stata riportata ai domiciliari in attesa di una nuova udienza.
Il ricorso alla custodia cautelare in carcere
La situazione ha preso una piega più grave quando, su richiesta della Polizia di Stato, i Pubblici Ministeri hanno avanzato la proposta di revocare il beneficio degli arresti domiciliari. Hanno insistito per un’inasprimento della misura, suggerendo che la donna non avesse rispettato le condizioni imposte e fosse un rischio per la collettività. La richiesta è stata accolta dal Tribunale di Roma, che ha deciso di disporre la custodia cautelare in carcere, vista la recidiva e la gravità della situazione.
Gli agenti del commissariato Porta Pia sono stati incaricati di eseguire il nuovo provvedimento, ma durante le operazioni si sono resi conto della necessità di un ulteriore controllo. Ciò ha portato a scoprire un ingente carico di sostanze stupefacenti all’interno del suo bagaglio personale.
La scoperta di sostanze stupefacenti e l’arresto finale
Durante l’operazione di notifica del provvedimento, gli agenti hanno rinvenuto, all’interno di un beauty case tra diversi prodotti di bellezza, ben 156 dosi di crack e cocaina. Questa sorprendente scoperta ha spinto i poliziotti ad arrestare nuovamente la 60enne, questa volta per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, un reato grave che si aggiunge al già lungo elenco di accuse a suo carico.
Il giorno successivo, la donna è stata presentata davanti a un Giudice, che ha convalidato l’arresto. La custodia cautelare è stata quindi confermata, e gli agenti del commissariato Porta Pia hanno poi trasferito la 60enne presso il carcere di Rebibbia, dove rimarrà a disposizione della Magistratura per l’ulteriore corso delle indagini.
Nonostante gli eventi che l’hanno riguardata, è opportuno ricordare che la donna deve essere considerata presunta innocente in questa fase del procedimento. Spetta ancora al sistema giudiziario accertare le eventuali responsabilità attraverso un esame approfondito delle prove e delle testimonianze.
Ultimo aggiornamento il 4 Gennaio 2025 da Elisabetta Cina