Il 12 ottobre 2024 si è consumata un’operazione di grande rilevanza alle porte della Capitale, dove è stato arrestato D.F.A., il latitante numero uno di Spagna, noto come il “mago della fiamma ossidrica”. Questo 35enne italo-spagnolo, ribattezzato dai media iberici “el nino pijo“, ovvero il ragazzo elegante, era ricercato per furti con scasso in mezza Europa. La polizia spagnola aveva emesso un mandato d’arresto europeo contro di lui, a causa di una sentenza che lo condannava a sei anni di detenzione. L’operazione che ha portato alla sua cattura è stata condotta dalle autorità italiane, che hanno lavorato a stretto contatto con quelle spagnole.
La cattura del super latitante: un lavoro di squadra tra Italia e Spagna
L’intervento per arrestare D.F.A. nasce dalla segnalazione da parte delle autorità spagnole, le quali avevano individuato una probabile presenza del latitante nel bel Paese. Secondo le informazioni raccolte, l’uomo risiedeva a Roma, anche se figurava come residente solo sulla carta. Gli agenti della DIGOS di Roma hanno innescato un’inchiesta avviando ricerche non solo nella capitale, ma in tutta la regione. La collaborazione tra le forze di polizia è risultata cruciale per il successo dell’operazione. La notte dell’arresto, i poliziotti della DIGOS sono riusciti a rintracciarlo mentre si allontanava in auto da Fiumicino. Un’irruzione fulminea ha comportato la cattura di uno dei criminali più astuti e scaltri, portando in memoria i suoi numerosi colpi e le sue audaci fughe.
L’abilità del ladro: il maestro dell’ossicombustione
Considerato un vero e proprio maestro nell’arte del furto, D.F.A. si è specializzato in tecniche di scasso complesse, in particolare usando la fiamma ossidrica per aprire casseforti. Questa abilità ha attirato l’attenzione delle autorità di tutta Europa, portando alla sua fama di “re delle casseforti”. La modalità d’azione del 35enne comporta l’uso di una fiamma ossidrica per sciogliere il metallo e accedere al denaro o ai beni custoditi all’interno. Questo tipo di scasso richiede non solo competenze tecniche, ma anche pazienza e precisione per evitare di lasciare tracce che possano condurre alla sua identificazione. La sua notorietà non si limita all’uso della fiamma ossidrica: si stima che avesse collaborato con diverse bande di criminalità organizzata in Spagna, facilitando colpi ben orchestrati anche in altre nazioni europee.
L’arresto e le accuse che pendono su di lui
Nel 2019, D.F.A. era già stato arrestato in Germania nell’ambito di un’operazione chiamata Speer. Qui, la polizia era riuscita a identificare il ladro grazie a tracce di DNA prelevate dalla scena di un furto avvenuto in un hotel di lusso. In quell’occasione, D.F.A. era riuscito a portare via una notevole quantità di denaro dalla cassaforte, in compagnia di un gruppo di complici. L’arresto in Germania aveva segnato un punto di svolta nella sua carriera criminale, ma non aveva fermato le sue attività illegali. Diverse le accuse che adesso ricadono su di lui, compresi i furti in Italia e in molti altri Paesi, aggiungendo nuovi elementi al suo già nutrito carnet di reati.
Da Fiumicino a Regina Coeli: il futuro giudiziario del “re delle casseforti”
Dopo l’arresto, D.F.A. è stato trasferito nel carcere di Regina Coeli, dove al momento si trova in attesa di ulteriori sviluppi legati alla sua estradizione. La sezione penale della Corte d’Appello di Roma è ora responsabile della gestione della sua situazione legale, nonché della valutazione delle richieste di estradizione avanzate dalle autorità spagnole. Molti si chiedono quali saranno le prossime mosse e se il ladro avrà la possibilità di ritornare nella sua terra d’origine. L’attenzione mediatica e pubblica è alta, non solo a causa della sua fama criminale, ma anche per le implicazioni legali che comporta un arresto di questo calibro. La vicenda del “re delle casseforti” rimarrà sotto i riflettori per i mesi a venire, mentre il sistema giudiziario esamina ogni aspetto del suo complicato passato criminale.
Ultimo aggiornamento il 12 Ottobre 2024 da Armando Proietti