Un giovedì mattina sconvolgente ha portato all’arresto di Mario Eutizia, un 48enne originario di Napoli, in relazione a un grave caso di omicidio che ha destato allarme nella comunità. I carabinieri della Stazione di Latina e del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Latina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere, segnata da accuse gravi. Eutizia, che si è autoaccusato di aver assassinato quattro anziani, è attualmente indagato per omicidio volontario aggravato, con particolari dettagli che emergono dalle indagini.
Indagini e sviluppi dell’inchiesta
Dettagli inquietanti stanno emergendo riguardo alle circostanze degli omicidi. Le vittime, secondo quanto riportato dai carabinieri, sarebbero state avvicinate da Eutizia durante la sua attività come badante nelle province di Latina, Napoli e Salerno. Questo particolare ha sollevato domande sulla fiducia riposta in professionisti del settore socio-assistenziale e ha portato a una revisione delle procedure di assunzione nei servizi di assistenza agli anziani.
Le due vittime identificate come residenti nella provincia di Latina sono al centro dell’attenzione investigativa. Di recente, gli inquirenti hanno potuto appurare che i decessi sono avvenuti tramite la somministrazione letale di farmaci, somministrati a dosaggi superiori a quelli previsti o addirittura diversi rispetto a quanto prescritto. Questo agire mette in luce come atti di violenza possano annidarsi dietro la facciata di una professione che dovrebbe essere animata da compassione e cura.
Eutizia ha giustificato i suoi atti descrivendoli come un gesto altruistico volto a “porre fine alle sofferenze” dei suoi assistiti. Tuttavia, questa giustificazione non ha trovato alcun sostegno tra gli investigatori, che stanno cercando di delineare un profilo più chiaro della personalità dell’accusato e delle motivazioni che lo avrebbero spinto a compiere tali atti.
Un “badante serial killer”?
L’uso del termine “badante serial killer” ha suscitato scalpore tra le autorità e i media, sollevando interrogativi sulle misure di sicurezza da adottare nei confronti di professionisti che operano a stretto contatto con persone vulnerabili. Eutizia aveva lavorato in diverse zone, ma le sue esperienze più significative nella provincia di Latina sono state con l’anziano padre di un vigile del fuoco e una donna che viveva nelle vicinanze del centro commerciale Morbella. Queste risorse, che si sarebbero dovute sentire al sicuro nelle mani di un assistente, sono diventate invece oggetto di un’oscura serie di delitti.
Le indagini nei confronti di Eutizia non si limitano alle sole dichiarazioni dell’indagato, ma sono supportate da un’analisi approfondita delle pratiche mediche utilizzate e della cronologia dei decessi avvenuti. Le procure di oltre un paio di province stanno intensificando gli accertamenti, cercando ulteriori vittime e testimonianze che possano chiarire l’estensione delle sommosse di Eutizia.
Conseguenze sociali e riflessioni sul caso
L’arresto di Mario Eutizia e la natura dei crimini per cui è accusato pongono seri interrogativi sulla sicurezza nel campo dell’assistenza agli anziani. La fiducia riposta in professionisti del settore è fondamentale, ma eventi di questo tipo sollevano la necessità di un’analisi più approfondita delle norme e delle pratiche di assunzione, oltre a un monitoraggio più rigoroso delle azioni degli operatori.
La questione dell’assistenza a lungo termine degli anziani, già delicata e complessa, diventa ora il fulcro di un dibattito che coinvolge famiglie, istituzioni e professionisti, chiamati a riflettere su quanto avvenuto e sulla necessità di garantire un sistema di protezione efficace. Il caso di Eutizia sarà sicuramente oggetto di esame nelle prossime settimane, non solo per l’impatto immediato sulle istituzioni locali, ma anche per la più ampia discussione sulle politiche di sicurezza sociale e assistenziale nel Paese.
Ultimo aggiornamento il 14 Settembre 2024 da Sara Gatti