La cattura di Francesco Lapis, considerato uno dei latitanti più pericolosi d’Italia, segna un’importante operazione delle forze dell’ordine contro il crimine organizzato. Collegato al clan di Michele Senese e accusato di traffico internazionale di stupefacenti, Lapis è stato arrestato a Barcellona su mandato di cattura europeo, emesso dalle autorità italiane. A breve, si prevede la sua estradizione a Roma, dove dovrà scontare la pena per le sue condotte illecite.
La cattura di un latitante
Il ritrovamento a Barcellona
Francesco Lapis viveva da tempo a Barcellona con la sua compagna e ha condotto una vita apparentemente tranquilla fino al momento della cattura. La sua identificazione è avvenuta in aeroporto, mentre stava tornando da un paese dell’Est Europa. Durante il controllo da parte della polizia spagnola, gli agenti hanno riconosciuto Lapis tra i passeggeri, un’operazione che evidenzia la capacità delle forze dell’ordine di collaborare oltre i confini nazionali. Resta da chiarire quali fossero i motivi del suo viaggio, un aspetto che gli investigatori stanno ancora indagando. Non si esclude l’uso di documenti falsi nell’operazione per eludere le forze di polizia.
La collaborazione tra le forze dell’ordine spagnole e italiane ha svolto un ruolo cruciale nella riuscita di questa operazione. L’incontro di vari reparti di polizia ha garantito un intervento tempestivo, dimostrando come la criminalità organizzata possa essere combattuta anche attraverso il lavoro di equipe internazionale.
La rete criminale
Il legame con la camorra romana
Francesco Lapis è considerato un personaggio chiave della camorra romana, un’organizzazione criminale che ha mostrato una crescente influenza nel panorama italiano. La sua affiliazione al clan di Michele Senese, noto per le sue operazioni nel traffico di droga, ha amplificato l’interesse delle autorità nei suoi confronti. Lapis deve rispondere di crimini gravi, in particolare di traffico internazionale di stupefacenti, un reato che ha portato alla sua condanna a due anni di reclusione.
L’organizzazione di cui Lapis è parte si distingue non solo per le sue operazioni di traffico ma anche per la sua capacità di adattarsi e operare con una rete di contatti sia in Italia che all’estero. Questo sottolinea l’importanza dell’intervento coordinato tra le autorità italiane e quelle spagnole, che riconoscono il bisogno di affrontare il crimine organizzato in modo integrato e globale.
Il coordinamento delle forze dell’ordine
Operazioni contro il crimine organizzato
L’intervento che ha portato all’arresto di Lapis è stato coordinato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, in sinergia con la Divisione SI.Re.N.E. del Dipartimento Centrale di Polizia Criminale del Ministero dell’Interno. L’operazione ha visto la partecipazione attiva del Gico della Guardia di Finanza e del Grupo I de Localizaciòn de Fugitivos della Polizia Nazionale spagnola, un segnale di come le istituzioni stanno unendo le forze per combattere le reti di criminalità.
Il lavoro investigativo ha richiesto un’approfondita analisi e un monitoraggio continui, culminando in un intervento decisivo per la cattura di un individuo di grande rilievo per il mondo della criminalità. Gli investigatori italiani e spagnoli hanno riscontrato con successo un efficace scambio di informazioni e di strategie, dimostrando l’importanza della cooperazione nella lotta contro il crimine transnazionale.
L’arresto di Lapis potrebbe rappresentare solo l’inizio di una serie di operazioni mirate a smantellare la rete di Michele Senese e a ridurre il traffico di droga che affligge le città italiane, ma anche quelle europee.