L’arresto di Leonardo Bertulazzi, ex membro delle Brigate Rosse, rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata e il terrorismo. Alle autorità argentine è stato revocato lo status di rifugiato che Bertulazzi aveva ottenuto nel 2004, permettendo così l’operazione per la sua estradizione. Bertulazzi è accusato di vari crimini e deve scontare una lunga pena detentiva in Italia.
La carriera criminale di Bertulazzi
Un passato nelle Brigate Rosse
Leonardo Bertulazzi è noto per il suo coinvolgimento attivo nelle Brigate Rosse, un’organizzazione terroristica italiana particolarmente attiva tra gli anni ’70 e ’80. La sua militanza nella colonna genovese ha comportato il coinvolgimento in numerosi crimini, tra cui sequestri di persona, atti di violenza e associazione sovversiva. Questi crimini contribuirono a un clima di paura e instabilità sociale durante quegli anni di piombo in Italia, segnando profondamente la storia del paese.
Sequestro di Piero Costa
Una delle azioni criminali più rilevanti di Bertulazzi è stato il sequestro dell’ingegnere navale Piero Costa, avvenuto a Genova il 12 gennaio 1977. Questo episodio è emblematico delle modalità operative delle Brigate Rosse, poiché il rapimento aveva come obiettivo la raccolta di fondi per sostenere la loro attività terroristica. Si stima che circa 50 milioni di lire siano stati utilizzati per l’acquisto di un appartamento a Roma, dove successivamente venne tenuto in ostaggio Aldo Moro. Questa strategia di finanziamento dei loro atti criminosi è stata una delle ragioni per cui le Brigate Rosse riuscirono a mantenere le loro operazioni per un lungo periodo.
Un lungo percorso da latitante
Bertulazzi è stato latitante dal 1980, un periodo in cui ha continuato a sfuggire alla giustizia. La sua cattura, avvenuta nel 2002, è stata il risultato di un’operazione congiunta tra la Polizia di Stato di Buenos Aires e le autorità italiane, in particolare, la Digos di Genova e Interpol. Tuttavia, fu rilasciato pochi mesi dopo l’arresto, il che ha andato ad alimentare le preoccupazioni riguardanti la difficoltà di trattenere i latitanti in Argentina.
L’operazione di arresto e la cooperazione internazionale
La revoca dello status di rifugiato
Recentemente, le autorità argentine hanno deciso di revocare lo status di rifugiato di Bertulazzi, un passo fondamentale che ha permesso di procedere con una nuova misura restrittiva. Dopo anni di latitanza, la revoca del suo status ha costituito il presupposto per avviare il procedimento di estradizione verso l’Italia, dove Bertulazzi deve affrontare una lunga pena detentiva. Questo passo è stato accolto positivamente dalle autorità italiane, che vedono nell’arresto di Bertulazzi un segnale di collaborazione tra paesi nella lotta contro il terrorismo.
La presenza delle autorità italiane in Argentina
Alla data dell’arresto, l’Intelligence italiana, insieme a dirigenti e investigatori della polizia italiana, era già presente a Buenos Aires da diverse settimane. Questo ha permesso di coordinare le operazioni di cattura di Bertulazzi in modo più efficace. La collaborazione tra le forze dell’ordine dei due paesi evidenzia un impegno condiviso nel perseguire i criminali latitanti, a prescindere dalla loro collocazione geografica. In un contesto internazionale sempre più complesso, la cooperazione tra le agenzie di polizia è fondamentale per garantire che giustizia venga fatta.
L’arresto di Leonardo Bertulazzi segna un capitolo significativo nella storia della giustizia italiana e della lotta contro il terrorismo, dimostrando che anche dopo anni di latitanza, i colpevoli possono essere portati davanti alla giustizia.