La cattura di Oscar Pecorelli, un elemento chiave del gruppo malavitoso Lo Russo, segna un’importante pietra miliare per le operazioni di contrasto alla criminalità organizzata in Italia. Dopo sette mesi di latitanza, il 46enne è stato arrestato oggi a Sion, in Svizzera, grazie all’azione congiunta della Polizia di Stato italiana e della Polizia Cantonale di Sion. Il suo arresto avviene in un contesto di crescente tensione tra i clan rivali a Napoli, facendo emergere l’importanza delle attività investigative in corso.
Il profilo del latitante e il contesto della sua cattura
Oscar Pecorelli, nato a Napoli il 24 febbraio 1978, è considerato una figura di primo piano nel clan Lo Russo. È il cugino omonimo di un boss detenuto, che ha ricevuto anch’egli di recente un’ordinanza di custodia cautelare. La cattura di Pecorelli è avvenuta dopo che il gip di Napoli ha emesso misure cautelari nei confronti di 17 membri del gruppo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.
Le autorità italiane hanno emesso un mandato d’arresto europeo per Pecorelli. Nel frattempo, sono già in corso le pratiche per la sua estradizione, che è attesa con grande interesse. La Polizia di Stato di Napoli, in stretta collaborazione con le autorità svizzere, ha dimostrato che la rete internazionale di polizia è efficace nel combattere la latitanza dei malviventi, segnando un passo significativo nella guerra contro la mafia.
I conflitti tra i clan Pecorelli e Scognamiglio
La rivalità tra i gruppi malavitosi Pecorelli e Scognamiglio ha portato a un periodo di intensa violenza a Napoli, caratterizzato da omicidi, scontri armati e tentativi di controllo criminale sui quartieri di Miano, Chiaiano, Piscinola e Marianella. Dal febbraio 2021 fino al 2022, le forze dell’ordine hanno raccolto prove cruciale sull’operatività e sull’esistenza di questi gruppi, attraverso un lavoro investigativo condotto dalla sezione “Catturandi” della Squadra Mobile di Napoli e dal commissariato di Scampia.
Durante questo periodo, si sono verificati eventi drammatici, come stese e colpi di pistola, che hanno contribuito a creare una atmosfera di paura nelle zone interessate. Tra gli omicidi attribuiti a questa faida vi sono quelli di Salvatore Miano, un noto membro del clan Lo Russo, ucciso il 22 aprile 2021, e di Antonio Avolio, assassinato a giugno dello stesso anno.
Azioni delle forze dell’ordine e situazioni legate alla faida
Le forze dell’ordine non hanno solo indagato sugli omicidi, ma hanno anche affrontato un’ampia gamma di attività criminali collegate. Un esempio significativo è rappresentato dal ferimento di Salvatore Di Caprio, avvenuto il 10 giugno 2021, e da un’aggressione in un ospedale di Napoli, dove alcuni dipendenti erano coinvolti in una macchinazione per l’assegnazione di posti di lavoro in favore di individui legati al clan.
La criminalità organizzata non si era limitata a violentare rivalità interne; aveva anche estorto denaro a imprenditori locali, come dimostra il caso di un barista che ha subito un’intimidazione nell’agosto 2021. L’operazione delle forze dell’ordine ha portato al sequestro di un arsenale di armi, confermando la pericolosità e la capacità operativa del clan. Diverse stese sono state registrate nel mese di giugno e luglio 2021, dimostrando che la battaglia per il controllo dei territori era ben lungi dall’essere conclusa.
Con l’arresto di Pecorelli, si spera che le autorità possano risolvere ulteriormente questa spirale di violenza e ripristinare la sicurezza nei quartieri di Napoli, dove il controllo malavitoso continua a rappresentare un grave problema.
Ultimo aggiornamento il 24 Gennaio 2025 da Armando Proietti