Arrestato nel 2016, Simone Niort finisce in un carcere senza cure adeguate per la sua salute mentale

Arrestato nel 2016, Simone Niort finisce in un carcere senza cure adeguate per la sua salute mentale

Il caso di Simone Niort mette in luce le gravi carenze del sistema penitenziario italiano nella gestione dei detenuti con problemi di salute mentale, sollecitando una riforma urgente delle procedure e delle politiche sanitarie.
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Arrestato nel 2016, Simone Niort finisce in un carcere senza cure adeguate per la sua salute mentale - Gaeta.it

Il caso di Simone Niort evidenzia le gravi lacune nel sistema penitenziario italiano, specialmente in relazione alla gestione di detenuti con problemi di salute mentale. Arrestato nel 2016, Niort ha vissuto una difficile realtà in carcere, caratterizzata da atti autolesionistici e da una mancata attenzione ai suoi bisogni diagnostici e terapeutici. La vicenda ha portato a interrogarsi sull’efficacia delle procedure di sorveglianza e sulla corretta applicazione delle norme sanitarie in ambito penale.

La detenzione e i segni di disagio

Simone Niort, dopo l’arresto, ha iniziato a mostrare segnali evidenti di autolesionismo. Questo comportamento ha destato preoccupazione tra gli operatori penitenziari, che hanno richiesto un intervento psichiatrico. Una perizia, condotta per valutare il suo stato di salute mentale, ha portato alla raccomandazione di individuare un istituto penitenziario adatto ad accogliere Niort, dove potesse ricevere assistenza psicologica e trattamenti adeguati alle sue condizioni. Tuttavia, nel 2022, la Sorveglianza ha sollecitato al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria di trovare una soluzione, senza ottenere risultati concreti.

Errori procedurali e la mancanza di alternativa al carcere

Le indagini su quanto avvenuto hanno rivelato che, secondo informazioni provenienti da fonti autorevoli, la Sorveglianza avrebbe dovuto richiedere supporto non al Dap, ma all’autorità amministrativa sanitaria competenti per gestire casi di detenuti con necessità di cura. L’errore nel seguire il corretto protocollo è una delle problematiche principali che ha portato a una gestione inadeguata della situazione di Niort. Questo non solo indica una mancanza di coordinamento tra i vari enti coinvolti, ma anche delle carenze strutturali nel sistema sanitario, in particolare in Sardegna, dove le opzioni per la salute mentale sono limitate.

Le conseguenze della detenzione prolungata

Rimanendo in carcere, Niort ha finito per restare in una cella “liscia”, ovvero un ambiente di isolamento pensato per prevenire danni verso se stesso o verso altri detenuti. Questo tipo di detenzione ha comportato l’assenza di qualsiasi attività educativa o di socializzazione, il che ha ulteriormente aggravato le sue già precarie condizioni di salute. In un contesto in cui l’agenzia penitenziaria dovrebbe seguire livelli minimi di assistenza, Niort è rimasto isolato, subendo non solo le conseguenze del suo stato mentale, ma anche il peso dell’assenza di un adeguato intervento terapeutico.

L’appello alla riforma della giustizia penale

La vicenda di Simone Niort solleva interrogativi significativi sul sistema di giustizia penale italiano, in particolare sulla gestione dei detenuti con problematiche psicologiche. Le autorità competenti sono chiamate a riflettere sulle procedure esistenti e a garantire che nessun detenuto venga lasciato senza le cure necessarie. Questa situazione rappresenta non solo una sfida per il sistema penale, ma anche un’opportunità per riformare le politiche riguardo alla salute mentale all’interno delle carceri, con l’obiettivo di evitare che casi simili possano ripetersi in futuro.

  • Laura Rossi

    Laura è la mente dietro una popolare rubrica su Gaeta.it, un rinomato sito dedicato alle notizie e agli eventi della città di Gaeta e dell'intero Lazio. La sua rubrica, apprezzata per l'approccio approfondito e analitico, si concentra su temi di attualità, cronaca locale e sviluppi culturali, offrendo agli abitanti e ai visitatori informazioni dettagliate e aggiornate. Grazie alla sua esperienza e passione per il giornalismo, Laura ha saputo creare un legame solido con la sua audience, fornendo contenuti che non solo informano ma stimolano anche il dibattito e la riflessione sulla vita nella regione.

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