La cattura di un noto super latitante ha suscitato l’attenzione delle autorità e dei media, portando alla sua confisca di beni in Romania per un valore stimato di circa 24,5 milioni di euro. Ritenuto vicino ai clan dei Casalesi, quest’uomo di 71 anni era già stato catturato nel 2008 ma successivamente riabilitato e libero. La misura patrimoniale attuata dalla Guardia di Finanza di Rimini rappresenta un passo significativo nel contrasto alla criminalità organizzata.
La misura di prevenzione patrimoniale
Le forze dell’ordine italiane hanno dato esecuzione a un decreto di prevenzione patrimoniale che ha portato alla confisca di diverse quote sociali e beni strumentali di due aziende romene. Inoltre, è stato disposto un sequestro di un terreno situato in Romania, dove l’uomo si trovava al momento dell’esecuzione del provvedimento. La decisione è stata presa dalla Sezione Misure di Prevenzione, su proposta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Bologna. Le autorità hanno giustificato l’intervento sulla base del profilo criminale del soggetto, della limitatezza dei redditi dichiarati e dell’enorme discrepanza rispetto al suo patrimonio.
Questa operazione non è solo un’azione di confisca, ma un esempio di come lo Stato italiano stia affrontando la sfida della criminalità organizzata attraverso misure innovative e strutturate. La vincita significativa in questo caso evidenzia come i gruppi mafiosi siano spesso coinvolti in traffici illeciti, non limitandosi mai al mercato interno, ma espandendosi anche all’estero.
La cronistoria del super latitante
L’individuo in questione aveva svolto, sin dagli anni Novanta, attività legate al traffico di droga nella zona di Rimini. Il suo nome era stato associato all’indagine della Guardia di Finanza denominata “Darknet”, che mirava a smantellare una rete di traffico di sostanze stupefacenti, esemplificando le intricate connessioni tra crimine e tecnologia. Questo profilo criminale ha portato le autorità a considerarlo socialmente pericoloso e a prendere misure drastiche contro di lui.
Nonostante fosse stato catturato nel 2008, la sua libertà era stata ripristinata, permettendogli di riprendere le operazioni illecite. Questi eventi hanno messo in evidenza le vulnerabilità del sistema giudiziario, e la necessità di misure più forti e incisive per contrastare la criminalità organizzata responsabile del traffico di droga e di altri reati.
Cooperazione internazionale e confiscazione dei beni
La confisca dei beni in Romania rappresenta una novità nel panorama legislativo italiano. Infatti, come sottolineato dal comandante provinciale della Guardia di Finanza di Rimini, colonnelo Alessandro Coscarelli, questo è il primo caso in cui l’Italia ha confiscato beni immobili all’estero. La procedura è stata facilitata attraverso l’applicazione del Regolamento europeo 2018/1805, che stabilisce regole per il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e confisca all’interno dell’Unione Europea.
Questa operazione segna un importante passo avanti per le forze dell’ordine e l’agenzia anti-mafia. La cooperazione internazionale si dimostra essenziale quando si parla di crimine organizzato che opera oltre i confini nazionali, richiedendo un coordinamento fra stati e autorità . Le misure di prevenzione patrimoniale, attraverso l’interazione con il diritto europeo, offrono agli stati membri strumenti più efficaci per combattere la criminalità e, in particolare, il patrimonio illecitamente acquisito dai reati.
L’approccio integrato punta a colpire non solo i singoli reati, ma anche le strutture economiche e patrimoniali che alimentano l’organizzazione criminale.