Arrestato un 19enne per truffa aggravata: sottratti 21.000 euro a due fratelli disabili

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Arrestato un 19enne per truffa aggravata: sottratti 21.000 euro a due fratelli disabili - Gaeta.it

Una recente operazione della Polizia di Stato ha portato all’arresto di un giovane di 19 anni, accusato di truffa aggravata nei confronti di due fratelli diversamente abili. Il giovane sarebbe riuscito a estorcere oltre 21.000 euro mediante raggiri telefonici, ed è stato arrestato mentre tentava di ottenere ulteriori 2.000 euro. Il caso mette in luce un fenomeno preoccupante di truffe ai danni delle persone più vulnerabili.

Modalità della truffa

Il raggiro telefonico

Il meccanismo della truffa ha avuto inizio quando uno dei due fratelli ha ricevuto telefonate da un soggetto che si spacciava per un maresciallo dei Carabinieri. Durante il colloquio, il falso ufficiale informava la vittima che un familiare era coinvolto in un incidente stradale, con gravi conseguenze per una donna incinta, la quale avrebbe potuto abortire. Allegando che la situazione richiedeva un risarcimento immediato per evitare denunce, il malfattore imponeva un risarcimento economico.

Pressioni continue e inganno

Successivamente, la vittima riceveva chiamate da un presunto avvocato, che ribadiva le stesse minacce. I due fratelli, spaventati e credendo nelle promesse di poter evitare complicazioni legali, iniziavano a trasferire somme di denaro all’autore della truffa. Vedendo il successo della propria strategia, il truffatore continuava a contattare le vittime, aumentando la pressione con nuove storie riguardo il deterioramento della salute della finta donna incinta.

Sfruttando la vulnerabilità e la paura delle vittime, il giovane truffatore riusciva a incassare un totale di 21.000 euro in diverse occasioni, dal 11 settembre in poi. Le richieste di denaro diventavano sempre più insistenti, culminando in un accordo per un ulteriore versamento di 2.000 euro.

Arresto in flagranza di reato

Appostamento della Polizia

Dopo aver ricevuto informazioni dettagliate dai malcapitati, gli agenti della Polizia di Stato dei commissariati Prati e Ladispoli organizzavano un servizio di appostamento per cogliere il giovane in flagranza di reato. I poliziotti, procedendo con cautela, segnavano in anticipo le banconote da 50 euro che sarebbero state consegnate al truffatore, per garantire la certezza di poterlo identificare e arrestare al momento dello scambio.

L’operazione di arresto

Il giorno dell’appuntamento, il 17 settembre, il 19enne si presentava nel cortile dei due fratelli per ritirare i 2.000 euro promessi. Una volta ricevuta la somma, la vittima avvisava immediatamente le forze dell’ordine, le quali, proprio mentre il giovane usciva dall’abitazione, lo fermavano per un controllo. Durante l’identificazione, i poliziotti trovavano nelle mani del sospettato le banconote segnate in precedenza, corroborando quindi le evidenze a suo carico.

Sviluppo legale del caso

Procedimenti giudiziari

Dopo l’arresto, il 19enne veniva portato presso gli uffici della Polizia di Stato, dove gli agenti completavano gli atti di rito. L’Autorità Giudiziaria, a seguito della richiesta della locale Procura della Repubblica, convalidava l’operato degli agenti, autorizzando così le procedure legali successive.

Nonostante le gravi accuse, è fondamentale ricordare che l’indagato viene considerato presunto innocente fino a un eventuale giudizio definitivo. La fase attuale è quella delle indagini preliminari, e spetta ora all’autorità giudiziaria valutare e accertare la validità delle accuse mosse nei suoi confronti nel contesto di un processo giusto e imparziale.

Ultimo aggiornamento il 21 Settembre 2024 da Donatella Ercolano

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