Un episodio di violenza domestica ha scosso Padova, dove un giovane di origine tunisina è stato arrestato per atti persecutori nei confronti della sua ex fidanzata e della madre. L’arresto, avvenuto nella giornata odierna, riguarda fatti che si sono verificati il 31 marzo scorso, rivelando una tragica escalation nella relazione tra il 19enne e la minorenne.
L’intervento della Polizia al bar
Un’operazione della Polizia di Stato ha avuto luogo in un bar del centro di Padova, dove una donna di 35 anni e sua figlia, di 15 anni, si erano rifugiate per sfuggire alle minacce dell’ex fidanzato. La situazione era giunta a un punto critico: l’ex partner, armato di coltello, aveva messo in atto comportamenti intimidatori nei loro confronti. Secondo le ricostruzioni, le due donne erano nel locale per comunicargli la volontà di porre fine alla loro relazione, ma la discussione è rapidamente degenerata.
Durante il confronto, il giovane ha aggredito fisicamente sia la ragazzina che la madre, colpendole ripetutamente al viso. Spaventate, le due donne sono riuscite a scappare dall’aggressore. Quest’ultimo, non riuscendo a trattenere la sua ira, è salito sulla grondaia dell’edificio, accedendo al balcone dell’appartamento, prima di fuggire prima dell’arrivo della Polizia. Entrambe le vittime sono state poi ricoverate al Pronto Soccorso, riportando ferite che hanno richiesto 10 giorni di prognosi per la ragazza e sette per la madre.
Minacce e violenza in un contesto di paura
Le testimonianze fornite dalla madre e dalla figlia hanno messo in luce un quadro allarmante di violenza e intimidazioni. Le due donne hanno raccontato di una serie di minacce e insulti che si sono protratti negli ultimi mesi, attraverso telefonate e messaggi, sia di giorno che di notte. Questa violenza psicologica e fisica ha creato un clima insostenibile, costringendo le vittime a cercare un mezzo per interrompere il ciclo di abusi.
La madre ha espresso il terrore che provava nel vedere la propria figlia in una situazione così pericolosa. I precedenti episodi di aggressione fisica da parte del giovane tunisino, già conosciuti, hanno reso la vita di entrambe un incubo. Le donne, dunque, hanno deciso di affrontare di petto la situazione, ma il confronto si è rivelato drammatico, comportando un’escalation di violenza inaspettata.
L’arresto e il successivo interrogatorio
La mattina seguente all’incidente, la nonna della giovane ha avvisato nuovamente la Polizia, informando degli avvistamenti del 19enne sotto la sua abitazione. Questi dettagli hanno permesso agli agenti di rintracciare il sospetto nelle vicinanze. Durante gli accertamenti all’interno della Questura, sono emersi ulteriori messaggi minacciosi inviati dall’individuo tramite WhatsApp, mettendo in risalto la continuità delle intimidazioni.
L’arresto è stato quindi effettuato in flagranza differita. Il Giudice delle indagini preliminari di Padova ha convalidato tale provvedimento, applicando a carico del giovane il divieto di avvicinamento alle parti offese. Inoltre, è stata concessa l’autorizzazione per l’espulsione del tunisino, in considerazione della gravità delle condotte perpetrate.
Provvedimenti in attesa del rimpatrio
Il Questore Marco Odorisio ha disposto che il giovane tunisino fosse collocato nel Centro di permanenza per i rimpatri in attesa delle procedure necessarie per il rimpatrio. Questo provvedimento si pone come una risposta ferma alle violenze e ai reati di stalking che hanno segnato la vita delle vittime. L’obiettivo è quello di far comprendere la gravità delle azioni commesse e di fornire un senso di sicurezza a chi ha subito tali traumi.