Un’operazione condotta dai carabinieri ha portato all’arresto di Maurizio Sciotto, un dipendente della Spinelli srl di 35 anni, accusato di essere coinvolto in un traffico internazionale di stupefacenti. Questo arresto segue un’indagine approfondita che ha già portato alla condanna di altre due persone, Federico Pinna e Cosimo Spampinato, che erano stati arrestati un anno fa con un ingente carico di cocaina.
Il ruolo di Maurizio Sciotto
Secondo gli investigatori, Maurizio Sciotto avrebbe agevolato il traffico di droga, collaborando con Pinna e Spampinato, già arrestati nel gennaio 2024. I due, all’epoca, furono scoperti mentre tentavano di fuggire dopo un inseguimento che sfociò in uno speronamento di una pattuglia dei carabinieri. Sciotto avrebbe fornito loro un badge per accedere al porto, permettendo così il prelievo della droga. La cocaina, proveniente dall’Ecuador, è stata nascosta dentro un container contenente tonno in scatola sott’olio, un espediente che ha ingannato i controlli. I carabinieri hanno ricostruito che le due tonnellate di droga erano arrivate nel terminal Spinelli a bordo della nave “Kristina“.
I precedenti di Federico Pinna e Cosimo Spampinato
Federico Pinna e Cosimo Spampinato, già condannati rispettivamente a 13 anni e un mese e otto anni di carcere, non sono nuovi a operazioni illegali. Nel 2014, Pinna era stato coinvolto in un altro caso di traffico di droga, dove fu intercettato con 150 chili di cocaina nascosti tra vasetti di asparagi, in un’operazione coordinata dai pm Federico Manotti e Panichi. In entrambi i casi, la droga proveniva dall’estero e sembrava destinata alla cosca calabrese degli Alvaro. Questi precedenti aggravano la posizione di Sciotto, implicato in una rete di traffico di droga sempre più complessa.
L’operazione nel porto di Genova
L’operazione ha evidenziato le falle sistemiche nei controlli all’interno del porto di Genova, una delle porte d’ingresso principali per la droga nel nostro paese. Gli investigatori sono riusciti a scoprire che il carico di cocaina, suddiviso in 130 panetti, era stato realizzato per produrre circa 654.827 dosi. Spampinato e Pinna, dopo aver recuperato i borsoni, avevano cercato di confonderli con una scritta del servizio “Prevenzione incendi Santa Barbara” per passare inosservati. Questa strategia dimostra una premeditazione significativa e un’organizzazione sofisticata nel traffico di stupefacenti.
L’attività investigativa continua per identificare eventuali ulteriori complici e per fare luce su una rete che sembra estendersi oltre le mura del porto di Genova.
Il messaggio delle autorità
Le forze dell’ordine stanno intensificando gli sforzi per contrastare il traffico di droga nel paese. Il caso di Sciotto, Pinna e Spampinato mette in luce non solo il problema del traffico di sostanze stupefacenti, ma anche l’importanza della vigilanza all’interno dei porti e dei luoghi di lavoro dove è possibile verificare eventuali anomalie. Nonostante la complessità dell’operazione, la collaborazione tra diverse agenzie e le indagini sistematiche hanno portato a risultati significativi nel contrasto alla criminalità organizzata.
Le autorità regionali e nazionali si sono dichiarate determinate a combattere in modo deciso la diffusione delle sostanze stupefacenti, affinché eventi simili non si ripetano e la sicurezza dei cittadini rimanga una priorità.