Arresti a Ercolano dopo esplosione fatale in un laboratorio clandestino di fuochi d'artificio

Arresti a Ercolano dopo esplosione fatale in un laboratorio clandestino di fuochi d’artificio

Un’esplosione in un laboratorio clandestino di fuochi d’artificio a Ercolano provoca la morte di tre giovani, portando all’arresto di due gestori accusati di omicidio e sfruttamento.
Arresti A Ercolano Dopo Esplos Arresti A Ercolano Dopo Esplos
Arresti a Ercolano dopo esplosione fatale in un laboratorio clandestino di fuochi d'artificio - Gaeta.it

Un tragico evento ha sconvolto la comunità di Ercolano lo scorso 18 novembre, quando un’esplosione, avvenuta in un’abitazione illegittimamente trasformata in un laboratorio per la produzione di fuochi d’artificio, ha causato la morte di tre giovani. Questa notizia ha portato le autorità competenti a impegnarsi in indagini approfondite, culminate nell’arresto di due persone con gravi accuse in relazione all’accaduto.

I dettagli dell’esplosione e le vittime

L’esplosione è avvenuta in via Patacca, dove due gemelle di 26 anni, Aurora e Sara Esposito, insieme a un ragazzo di 18 anni, Samuel Tarciu, lavoravano. L’assenza di contratto di lavoro rendeva questa attività particolarmente vulnerabile alle violazioni delle normative di sicurezza sul lavoro. La tragedia ha destato forte preoccupazione non solo nella comunità locale, ma anche a livello nazionale, sollevando interrogativi sulle condizioni di sicurezza in cui operano alcuni laboratori clandestini.

Le vittime, tutte giovanissime, erano impiegate in condizioni di sfruttamento e mancanza di garanzie, una situazione purtroppo comune in tali ambienti non regolamentati. L’esplosione ha portato alla luce i rischi legati a pratiche lavorative illegali, specialmente nel campo della produzione di materiali pericolosi.

Le indagini e gli arresti

A seguito della tragedia, la Procura della Repubblica di Napoli ha avviato rapidamente un’inchiesta. Sotto le direttive del Procuratore aggiunto Ricci, i carabinieri della Tenenza di Ercolano, guidati dal comandante Gerardo Avolio, hanno ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare per due soggetti coinvolti nella gestione della fabbrica abusiva. Si tratta di Vincenzo D’Angelo, 31 anni, e Raffaele Boccia, 64 anni, accusati di gravi reati legati alla produzione e alla gestione di esplosivi.

D’Angelo si trova sottoposto a custodia cautelare in carcere, con accuse di omicidio volontario, fabbricazione di esplosivi non convenzionali e sfruttamento della manodopera. Boccia, invece, ha ricevuto gli arresti domiciliari, affrontando accuse simili ma con una qualificazione giuridica distinta.

I materiali esplosivi e le operazioni illecite

Le indagini hanno anche rivelato la presenza di materiali esplosivi inesplosi sul luogo dell’esplosione. Questi materiali erano associati a una società pirotecnica di San Giuseppe Vesuviano, riconducibile a Raffaele Boccia. Le autorità hanno scoperto che Boccia aveva venduto illegalmente agli indagati quantitativi significativi di perclorato di potassio e polvere di alluminio, due ingredienti pericolosi utilizzati nella produzione di esplosivi. Nonostante il rischio associato a tali pratiche, i movimenti e le vendite non erano registrati, evidenziando la mancanza di controlli e di regolamentazione.

Le operazioni illecite condotte dalla società di Boccia e dai suoi associati hanno esposto un lato oscuro dell’industria dei fuochi d’artificio, evidenziando gravi vuoti normativi. L’approfondimento dei carabinieri ha portato anche all’arresto di Pasquale Punzo, un terzo indagato, che è stato catturato otto giorni dopo l’esplosione con le stesse accuse di D’Angelo.

La comunità di Ercolano ora guarda con timore e preoccupazione a un fenomeno che, sebbene sia del tutto illegale, ha trovato purtroppo terreno fertile in situazioni di disuguaglianza e sfruttamento.

Change privacy settings
×