Un’operazione dei carabinieri di Genova ha portato all’arresto di un gruppo di truffatori che miravano a derubare turisti benestanti in diverse località della Spagna e della Costa Azzurra. Grazie a indagini approfondite e a una strategia ben congegnata, gli agenti sono riusciti a raccogliere prove schiaccianti contro gli arrestati, scoprendo il modus operandi di una rete criminale che gravita attorno a nomi di spicco, incluso un ex attore noto per la sua partecipazione nel film “Gomorra“.
La strategia della banda: furti di Rolex e piani dettagliati
L’inchiesta ha rivelato che il gruppo, capeggiato da Marco Macor e dalla moglie Marica Mastroianni, ha progettato una serie di furti di orologi di lusso, in particolare Rolex, dopo aver subito una serie di arresti di membri nei trasporti nel Nord Italia. Macor ha proposto alla moglie un viaggio in Spagna, evidenziando la determinazione nel proseguire l’attività criminosa: “Partiamo e andiamo a fare orologi in Spagna?” ha domandato, sottolineando non solo il piano di attacco ai turisti, ma anche il desiderio di Mastroianni di ritornare alle sue attività abituali.
L’organizzazione non ha lasciato nulla al caso. Le trasferte venivano programmate nei minimi dettagli, incluse le modalità per l’utilizzo di armi durante le operazioni. In tal senso, l’intercettazione di messaggi tra i membri ha documentato la pianificazione di viaggi estivi a Marbella, seguiti da spostamenti lungo la Costa Azzurra tra Cannes e Nizza. Gli inquirenti sono ora al lavoro per determinare se i piani siano stati messi in atto e quanti furti siano riusciti a portare a termine.
L’arma del delitto: la pistola e i possibili collegamenti
Durante le operazioni di arresto, ai carabinieri è stata consegnata una pistola Beretta di provenienza illecita, con la matricola abrasa, appartenente a Marco Macor. Questo ritrovamento ha fatto emergere ulteriori interrogativi sul coinvolgimento e sull’operatività della banda, facendo presupporre che l’arma fosse utilizzata nelle trasferte insieme ad altri strumenti progettati per intimorire vittime nei furti.
Le forze dell’ordine ora sono concentrate nel capire il numero esatto di colpi portati a segno dal gruppo. Dagli atti d’indagine risulta che gli arrestati hanno messo a segno almeno 45 furti, accumulando un bottino di 700 mila euro utilizzando una tecnica affilata ed ingannevole, nota come “finto incidente“. In questo modo, i truffatori simulavano scontri automobilistici coinvolgendo familiari in modo da distrarre le vittime e compiere i furti con maggiore facilità .
L’operazione finale e i risultati delle indagini
In totale, i carabinieri hanno fermato 29 persone in relazione a questa indagine, con il supporto dei magistrati Luca Monteverde e Luca Scorza Azzarà . La sinergia tra le forze dell’ordine ha giocato un ruolo cruciale nel portare a termine quest’operazione che ha smantellato un’importante rete criminale attiva tra l’Italia e l’estero.
L’arresto di individui con precedenti e legami con la malavita organizzata non fa altro che sottolineare quanto sia attuale e preoccupante il fenomeno dei furti e delle truffe legate al turismo, specialmente nelle località più ambite da turisti facoltosi. Ora, il futuro di questa indagine dipenderà dalle testimonianze raccolte e dai riscontri che le forze dell’ordine continueranno a cercare per garantire la sicurezza dei cittadini e dei visitatori.
Ultimo aggiornamento il 8 Febbraio 2025 da Laura Rossi