L’arresto di due uomini a Pescara ha catturato l’attenzione della cronaca locale, poiché sono accusati di aver messo a segno una rapina aggravata ai danni di una gioielleria lo scorso novembre. L’operazione dei Carabinieri della Compagnia di Pescara segue mesi di indagini approfondite, che hanno ricostruito i dettagli del crimine e identificato i responsabili. I due arrestati, rispettivamente di 54 e 55 anni, sono stati riconosciuti dalle forze dell’ordine come noti alle banche dati per crimini precedenti, complicando ulteriormente la loro situazione legale.
Le modalità della rapina
Il crimine è avvenuto il 27 novembre 2024, quando un uomo, apparentemente un cliente, era entrato nella gioielleria di Cepagatti. Questo individuo aveva già visitato l’attività commerciale nei giorni precedenti, occupandosi di guadagnare la fiducia del proprietario. Approfittando di questa situazione, aveva chiesto al gioielliere di aprire la porta blindata, giustificando la richiesta con la necessità di recuperare delle scatole da un’auto parcheggiata nelle vicinanze. Mentre il proprietario della gioielleria si occupava di aprire la porta, un complice, armato di una pistola e con il volto travisato, era entrato nell’esercizio commerciale.
Una volta all’interno, sotto la minaccia dell’arma, i due malviventi avevano rubato tutto l’oro esposto, per poi fuggire a bordo di un’auto condotta da un terzo complice. Cruciale per l’indagine è stato il fatto che la scena del crimine era stata ripresa dal sistema di videosorveglianza comunale. Grazie a queste immagini, un passante, testimone del furto, ha potuto fornire agli inquirenti dettagli sul modello dell’auto su cui i rapinatori erano fuggiti.
L’attività investigativa
Subito dopo la rapina, i Carabinieri della Sezione Operativa del Nucleo Operativo e Radiomobile di Pescara hanno avviato un’articolata attività investigativa. Questa ha incluso l’analisi delle immagini della videosorveglianza e delle testimonianze disponibili. Con il passare dei giorni, le indagini hanno permesso di individuare il veicolo utilizzato dai rapinatori, aumentando le probabilità di identificare i soggetti coinvolti.
Analizzando il traffico telefonico e le registrazioni di altre telecamere situate in città , gli agenti sono riusciti a ricostruire la rete di complici e a stabilire collegamenti tra gli arrestati e la rapina. La Procura della Repubblica di Pescara, coordinando l’inchiesta, ha raccolto prove sufficienti per avanzare una richiesta di misura cautelare nei confronti dei sospetti, evidenziando la necessità di una risposta forte per prevenire ulteriori reati.
Provvedimenti e perquisizioni
Il 10 gennaio 2025, il lavoro dei Carabinieri ha già portato a perquisizioni domiciliari nei confronti dei due soggetti. Queste operazioni, eseguite sulla base di un provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, hanno portato al rinvenimento di diversi indizi chiave. Tra gli oggetti trovati, uno degli arrestati aveva in casa gli indumenti indossati durante la rapina, unitamente a un ordigno di tipo “molotov”, composto da una bottiglia di liquido infiammabile e un petardo. Questa scoperta ha aggravato ulteriormente la posizione dell’indagato, che è stato arrestato per possesso di materiale esplosivo.
La Procura ha ritenuto che la misura cautelare fosse necessaria, evidenziando come i due arrestati dovessero affrontare accuse di rapina aggravata in concorso. Entrambi gli uomini sono stati trasferiti presso la Casa Circondariale di Pescara, in attesa di ulteriori sviluppi legali. Fine della storia non è all’orizzonte, poiché l’amministrazione della giustizia continuerà a seguire il caso, assicurando che la legge sia applicata in modo efficace per prevenire ulteriori atti criminali.