Arresti a Salerno: due uomini legati alla mafia accusati di usura

Arresti a Salerno: due uomini legati alla mafia accusati di usura

Arrestati a Salerno due uomini legati al clan mafioso Pecoraro-Renna, accusati di usura con tassi d’interesse fino al 60% e minacce per il recupero dei prestiti.
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Arresti a Salerno: due uomini legati alla mafia accusati di usura - Gaeta.it

La Polizia di Stato di Salerno ha condotto questa mattina operazioni che hanno portato all’arresto di due uomini, Francesco Gentile, 55 anni, e Biagio Parisi, 48 anni, già noti alle forze dell’ordine per la loro appartenenza all’universo mafioso. Entrambi, già condannati per associazione mafiosa nel passato, sono attualmente detenuti e accusati di aver perpetrato crimini legati all’usura, secondo le indagini della locale Squadra Mobile.

Dettagli sulla misura cautelare

La misura cautelare eseguita dalla Polizia è stata disposta dal Tribunale del Riesame di Salerno, a seguito di un Appello presentato dalla Procura della Repubblica, specificamente dalla Direzione Distrettuale Antimafia. L’accusa si basa su gravi episodi di usura che hanno visto coinvolti i due soggetti, con prestiti appositamente inflazionati. L’attività di indagine è iniziata grazie alla denuncia di una vittima che ha avuto il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine.

Durante le indagini, è emerso che Gentile e Parisi hanno concesso prestiti a due individui che versavano in difficoltà economiche, applicando però tassi d’interesse mensili vertiginosi che oscillavano tra il 20% e il 60%. Questo comportamento illegale non si è limitato solo a pratiche economiche scorrette, ma ha coinvolto anche minacce dirette per forzare la restituzione delle somme prestate.

Il contesto mafioso degli indagati

Francesco Gentile e Biagio Parisi non sono estranei al contesto mafioso salernitano, avendo entrambi avuto un passato all’interno del clan “Pecoraro-Renna“. Questo gruppo criminale ha operato in vari comuni della provincia, tra cui Bellizzi, Montecorvino Rovella e Battipaglia. Gentile, in particolare, risulta essere stato un elemento di spicco all’interno del clan, rendendo le sue azioni ancora più gravi alla luce della sua storia criminale.

L’appartenenza a un’organizzazione mafiosa conferisce agli indagati un potere di intimidazione che ha reso gli episodi di usura particolarmente allarmanti. Le vittime, già vulnerabili a causa delle loro difficoltà finanziarie, si sono trovate esposte a condotte coercitive. La Polizia ha ricostruito gli eventi attraverso testimonianze e prove raccolte, dimostrando così il collegamento tra gli arrestati e l’uso della violenza per garantire la restituzione di somme a prestito.

Le accuse specifiche e le modalità usuraie

Le indagini hanno portato alla luce situazioni specifiche che illustrano la gravità delle azioni di Gentile e Parisi. Uno degli episodi evidenziati ha riguardato un prestito usurario di cinquemila euro concesso a un privato cittadino, dove la restituzione era prevista entro un mese, con un tasso d’interesse fissato al 20%. Questo tipo di operazione finanziaria, accompagnata da minacce esplicite, chiarisce come la criminalità organizzata operi anche nelle pieghe della quotidianità, sfruttando la fragilità delle persone.

Parallelamente, Parisi è accusato di aver collaborato con Gentile in altre due situazioni di usura, anch’esse collegate a individui già in difficoltà economica. Gli interessi esorbitanti e le intimidazioni utilizzate per il recupero delle somme hanno reso evidente come il clan mafioso utilizzi pratiche di sfruttamento sistematico, mantenendo sotto scacco i cittadini più vulnerabili.

La tempestiva risposta delle autorità, attraverso l’arresto di questi due indagati, segna un passo importante nella lotta contro l’usura e i crimini legati alla mafia nella provincia di Salerno. Le indagini continueranno per garantire che simili episodi non restino impuniti e per proteggere le vittime di questi crimini.

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