Arresti domiciliari per due donne accusate di truffa ai danni di un vedovo 85enne in Alto Adige

Arresti domiciliari per due donne accusate di truffa ai danni di un vedovo 85enne in Alto Adige

Due donne della comunità Sinti arrestate a Gargazzone per aver truffato un anziano vedovo di 85 anni, sottraendo quasi 50.000 euro attraverso manipolazioni emotive e inganni subdoli.
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Arresti domiciliari per due donne accusate di truffa ai danni di un vedovo 85enne in Alto Adige - Gaeta.it

Un caso inquietante di circonvenzione di incapace si è consumato a Gargazzone, piccolo comune dell’Alto Adige, dove due donne, appartenenti alla comunità Sinti, sono state poste agli arresti domiciliari con l’accusa di aver truffato un anziano vedovo. L’85enne, colpito dalle manovre ingannevoli delle indagate, ha subito un danno economico di quasi 50.000 euro. Le indagini dei Carabinieri di Postal stanno gettando luce sulla vicenda, evidenziando come le tecniche di manipolazione siano state sapientemente orchestrate per approfittare della vulnerabilità dell’uomo.

La genesi della truffa

L’ingresso delle due indagate nella vita dell’anziano risale ai primi mesi del 2023. Spacciandosi per extracomunitarie in difficoltà, fuggite da conflitti bellici, le donne hanno suscitato una reazione empatica nell’85enne, il quale, inizialmente benevolo, ha iniziato a frequentarle regolarmente. Manifestando una apparente fragilità, le due donne sono riuscite a creare un legame di fiducia con l’anziano, il quale, fino a quel momento, aveva sempre gestito oculatamente il suo patrimonio.

Gradualmente, il ritmo dei prelievi bancari ha cominciato a destare preoccupazione. L’anziano ha effettuato ripetuti prelievi di somme considerevoli, accompagnati da acquisti quotidiani per il sostentamento delle truffatrici. I Carabinieri hanno notato come questi prelievi stessero diventando sempre più cospicui e frequenti, elementi che, uniti alle spese in esercizi commerciali non in linea con le abitudini di un uomo di 85 anni, hanno acceso un campanello d’allarme.

Tecniche di manipolazione

Per mantenere attiva la fonte di sostentamento garantita dall’anziano, le due indagate hanno adottato metodi particolarmente subdoli. Tra questi, l’uso di una bambina di quattro anni per evocare sentimenti di pietà e responsabilità. Questa strategia ha dimostrato come la manipolazione emotiva fosse al centro della loro azione truffaldina, rendendo difficile per l’anziano opporsi alle continue richieste di denaro. La preziosa fiducia costruita è stata, quindi, sfruttata per ottenere guadagni illeciti a scapito di un uomo in una fase delicata della vita.

Altri tentativi di truffa

Le indagini non si limitano solo all’85enne di Gargazzone. Infatti, le stesse donne avevano tentato di attirare un’altra vittima: un’anziana ospite di una casa di riposo a Cermes. Questo secondo tentativo ha rivelato ulteriormente la natura predatoria delle indagate, che hanno agito in modo aggressivo nei confronti della signora, costringendola a salire su un’auto con l’insistente richiesta di denaro. Tale condotta mette in luce una pericolosa tendenza a colpire persone vulnerabili, richiamando l’attenzione sull’importanza di proteggere gli anziani da simili raggiri.

Azioni dei Carabinieri e prevenzione

I Carabinieri di Postal, dopo aver raccolto prove significative grazie a testimonianze e alla registrazione di immagini delle telecamere di videosorveglianza, sono intervenuti attivamente a tutela della comunità. Le forze dell’ordine stanno intensificando le misure di vigilanza, volendo prevenire ulteriori ingerenze nei confronti degli anziani. A tal fine, sono previsti incontri informativi rivolti alla popolazione, con l’obiettivo di sensibilizzare su tematiche di sicurezza e protezione, specialmente per i cittadini più in là con gli anni. Le testimonianze di chi è stato salvato da una truffa possono costituire un baluardo contro il diffondersi di simili situazioni, mostrando come la collaborazione tra cittadini e forze dell’ordine possa essere cruciale.

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