I carabinieri del gruppo forestale di Latina, insieme a quelli del “Parco” di Sabaudia, hanno eseguito un’ordinanza di arresto domiciliare per un uomo di 69 anni, accusato di aver orchestrato incendi boschivi nella zona del Parco Nazionale del Circeo. Il soggetto, identificato come Enzo Cestra, presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri di Sabaudia, è coinvolto in un’inquietante vicenda di potere e profitto illecito.
Le accuse contro Enzo Cestra
Le indagini hanno rivelato che Cestra è ritenuto il mandante di roghi che hanno interessato aree contigue al parco e vicine al centro abitato di Sabaudia. Secondo le informazioni fornite dai carabinieri, gli incendi sarebbero stati appiccati per permettere alla sua organizzazione di prendere parte alle operazioni di spegnimento, garantendosi così un illecito guadagno e l’accesso a finanziamenti pubblici. I reati di cui deve rispondere sono gravi, risultando in incendi boschivi e truffa aggravata.
Dettagli degli incendi
I due incendi sotto la lente di ingrandimento hanno avuto luogo il 28 agosto nella località Sorresca e in via degli Artiglieri, devastando rispettivamente 8000 mq e 3000 mq di terreno. Queste aree, pericolosamente vicine al centro urbano, hanno messo a rischio la pubblica sicurezza, soprattutto durante il periodo estivo, quando la frequentazione della zona aumenta. Le fiamme hanno creato una situazione di urgenza che ha richiesto l’intervento tempestivo delle forze di stato e dei volontari.
L’esecutore materiale e il piano criminale
Il complice di Cestra, identificato come l’esecutore materiale degli incendi, è attualmente sotto indagine per incendio boschivo. Stando alle accuse, Cestra avrebbe ingaggiato quest’ultimo per appiccare i fuochi in cambio di un compenso. Questo meccanismo criminoso mette in evidenza un sistema ben organizzato che sfrutta il rischio e il caos creati da incendi dolosi per ottenere vantaggi economici tramite i fondi regionali dedicati alla prevenzione degli incendi.
Abuso di potere e truffa ai danni dello Stato
Cestra, approfittando del ruolo che ricopriva nell’ambito della prevenzione incendi, avrebbe manovrato la situazione generando dolosamente i roghi. Questo comportamento non solo ha messo in pericolo la sicurezza pubblica, ma ha anche comportato una violazione delle normative sulla gestione degli incendi boschivi. Le accuse di truffa aggravata riguardano l’illecito profitto ottenuto attraverso l’accesso a finanziamenti statali destinati a sostenere attività di protezione ambientale, ora rischiano di compromettere gravemente la sua reputazione e quella dell’associazione che rappresenta.
Conseguenze per la comunità e il futuro delle indagini
La situazione solleva interrogativi importanti sulla gestione delle emergenze nei parchi nazionali e sul controllo delle persone che ricoprono ruoli di responsabilità nella lotta contro gli incendi. La comunità di Sabaudia e le autorità locali attualmente si trovano ad affrontare le implicazioni di questo scandalo, mettendo in luce la necessità di riforme nel sistema di prevenzione incendi.
L’operazione dei carabinieri non si ferma qui. Le indagini proseguono per identificare eventuali ulteriori complici e comprendere appieno l’estensione del piano illecito. Nel frattempo, la giustizia sta facendo il suo corso, e l’attenzione rimane alta per scoprire come si evolverà questa complessa vicenda.