Arresto a Trento: 23enne accusato di terrorismo e propaganda razzista resta in custodia cautelare

Arresto a Trento: 23enne accusato di terrorismo e propaganda razzista resta in custodia cautelare

Un giovane di 23 anni di Merano è stato arrestato per propaganda razzista e istigazione al terrorismo, con prove di preparazione a fini terroristici e possesso di materiali pericolosi.
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Arresto a Trento: 23enne accusato di terrorismo e propaganda razzista resta in custodia cautelare - Gaeta.it

Il caso del giovane di 23 anni proveniente da Merano ha suscitato allerta e preoccupazione nella comunità locale. Il ragazzo, attualmente detenuto nel carcere di Trento, deve rispondere di accuse gravi che vanno dalla propaganda di ideologie razziste a istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa. Le autorità sostengono inoltre che il giovane fosse coinvolto in attività di preparazione a fini terroristi, anche a livello internazionale. Durante un interrogatorio di garanzia tenutosi in collegamento telematico con il giudice per le indagini preliminari, il ragazzo ha scelto di non rispondere.

Dettagli dell’operazione di arresto

Il giovane è stato arrestato il 13 marzo nel contesto di un’operazione coordinata dal Ros e dal Comando dei carabinieri di Bolzano, sotto l’egida della Direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo della Procura di Trento. Questa operazione è il risultato di un’accurata indagine svolta dalle forze dell’ordine, che ha portato alla raccolta di prove solide contro il giovane. La difesa del ragazzo è stata garantita da un avvocato nominato d’ufficio, il quale si riserva il diritto di esaminare gli atti e le prove raccolte.

Propaganda e incitamento al terrorismo

Le indagini hanno rivelato che il giovane utilizzava un profilo social per diffondere materiale di chiara ispirazione nazionalsocialista, insieme a contenuti di sostegno diretto allo Stato islamico. Gli inquirenti ritengono che il ragazzo non fosse solo un fruitore passivo di queste ideologie, ma che avesse intrapreso un vero e proprio “percorso di apprendimento” per realizzare ordigni esplosivi, attivabili tramite detonatori wireless. Questo aspetto della sua attività ha destato particolare preoccupazione fra le forze dell’ordine e la comunità.

Sequestro di materiali pericolosi

Durante una perquisizione domiciliare, le autorità hanno rinvenuto un consistente arsenale di materiali e attrezzature. Al momento dell’intervento, il giovane aveva in suo possesso 200 unità di polvere pirica, una serie di componenti elettronici destinati al rilevamento di microspie e alla fabbricazione di telecomandi a distanza. Accanto a questi, sono stati trovati anche strumenti per microsaldature, una maschera antigas e una gran quantità di materiale informatico e documentale di interesse per le indagini.

Passato e interventi riabilitativi

Da segnalare è il fatto che, prima dell’emergenza sanitaria avviata dalla pandemia di COVID-19, il giovane era stato inserito in un programma educativo e riabilitativo. Questo programma era il frutto di un’inchiesta condotta dalla Procura per i minorenni di Bolzano, in collaborazione con la Procura distrettuale di Trento. Tuttavia, nonostante questi sforzi, il giovane sembra aver intrapreso una via completamente diversa, dando luogo a un allarmante caso di radicalizzazione che ha colpito le autorità locali.

La situazione rimane tesa e le forze dell’ordine sono vigilanti, pronte a intervenire per evitare ulteriori sviluppi pericolosi legati a questo caso e per garantire la sicurezza della comunità.

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