Arresto annullato per i boss del clan Ferrara Cacciapuoti, respinti altri ricorsi

Arresto annullato per i boss del clan Ferrara Cacciapuoti, respinti altri ricorsi

La Corte di Cassazione annulla per la seconda volta la custodia cautelare di Cacciapuoti e Ferrara, boss del clan omonimo, mentre respinge i ricorsi di altri tre imputati nel caso.
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Arresto annullato per i boss del clan Ferrara Cacciapuoti, respinti altri ricorsi - Gaeta.it

La Corte di Cassazione ha preso una decisione significativa ieri, annullando per la seconda volta l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Luigi Cacciapuoti e Domenico Ferrara. Questi due individui sono considerati figure chiave all’interno del clan Ferrara Cacciapuoti, accusati di estorsione aggravata avvalendosi del metodo mafioso. Mentre la posizione dei due boss si complica, la Corte ha rigettato i ricorsi presentati da altri tre imputati coinvolti nello stesso caso.

La decisione della Corte di Cassazione

La pronuncia degli ermellini segna un nuovo capitolo nel processo che coinvolge Cacciapuoti e Ferrara. La loro custodia cautelare era l’esito di indagini condotte dalle autorità, che avevano ipotizzato la loro diretta partecipazione in atti di estorsione. Come sottolineato dai giudici, questa è la seconda volta che l’ordinanza viene annullata, segno di una situazione giuridica complessa. La Corte, esaminando le motivazioni, ha rilevato elementi che richiedevano un riesame della custodia cautelare. A difendere i due boss c’è un team legale formato dagli avvocati Antonio Bruganti, Raffaele Chiummariello e Luigi Poziello, i quali hanno portato avanti una strategia difensiva mirata a contestare le accuse.

I dettagli delle accuse

Le accuse nei confronti di Cacciapuoti e Ferrara non sono da poco conto. Secondo gli inquirenti, i due sono stati identificati come mandanti di un’estorsione che ha comportato una richiesta di 50mila euro ai venditori di un immobile. Inoltre, è emersa la necessità di imporre all’acquirente dell’immobile l’uso di una ditta collegata al clan per effettuare lavori di ristrutturazione. Questo tipo di comportamento rientra nelle pratiche mafiose che sfruttano l’intimidazione per ottenere vantaggi economici. Gli investigatori stanno proseguendo nel loro lavoro per raccogliere ulteriori prove e testimonianze.

I ricorsi degli altri imputati

Oltre a Cacciapuoti e Ferrara, ci sono altri tre imputati nel caso: Giuseppe Ruocco, Francesco Ferrara e Giulio D’Altrui. Mentre la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza per i due boss, non ha avuto la stessa compassione per gli altri tre, il cui ricorso è stato respinto. Questo potrebbe indicare che le prove a loro carico sono considerate più solide o che la loro posizione giuridica è meno favorevole rispetto a quella di Cacciapuoti e Ferrara. Il rigetto dei ricorsi suggerisce anche una volontà da parte della magistratura di proseguire con il procedimento giudiziario per accertare le responsabilità di tutti i soggetti coinvolti.

La decisione della Corte evidenzia l’impegno delle autorità nel combattere la criminalità organizzata e nel garantire che giustizia venga fatta. Gli sviluppi futuri del processo saranno seguiti da vicino, dato il contesto delicato in cui si muovono le figure in questione e i legami che questi hanno con attività illecite ben radicate nel territorio.

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