Arresto del re dei night romani: scoperto il tariffario del club Élite 2

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Arresto del re dei night romani: scoperto il tariffario del club Élite 2 - Fonte: Fanpage | Gaeta.it

La cronaca di Roma è sconvolta dall'arresto di Alessandro Di Stefano, noto nel panorama notturno della capitale con il soprannome di Alexstanco. L'uomo, accusato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione, gestiva il club Élite 2, un locale nel quale sono state rivelate pratiche illecite riguardanti prestazioni sessuali a pagamento, con tariffe che variavano da 60 a 300 euro. Le indagini della Polizia e della Guardia di Finanza hanno fatto luce su un sistema complesso, alimentato da un tariffario ben definito e dalla pressione esercitata sulle giovani lavoratrici.

Un modello di business illegale

L'organizzazione dietro il club Élite 2

Alessandro Di Stefano era riuscito a costruire un impero a Roma, diventando una figura di spicco nella vita notturna. All'interno del club Élite 2, il suo business si fondava su una rete di sfruttamento sessuale, nell'ambito della quale le giovani lavoratrici erano incentivati a offrire prestazioni in cambio di una parte dei guadagni. La Polizia ha scoperto che Di Stefano non solo gestiva il locale, ma si trattava di un vero e proprio imprenditore dei vizi, in grado di attrarre clienti con offerte seducenti.

Nel club veniva applicato un tariffario che andava dai 60 euro per dieci minuti fino a 300 euro per un incontro completo. Questi prezzi non solo rivelano l'operazione clandestina di sfruttamento, ma mettono in evidenza anche la vulnerabilità delle ragazze costrette a lavorare in queste condizioni. Durante le indagini, è emerso che gran parte dei ricavi restava nelle mani di Di Stefano, il quale gestiva le spese con mano ferrea, imponendo regole severe e garantendo che nulla di quanto accadesse rimanesse fuori dal club.

Le testimonianze delle giovani lavoratrici

Le indagini sono iniziate a ottobre 2023, in seguito a un'operazione della Polizia Locale che aveva messo in luce le dinamiche interne del locale. Agenti sotto copertura hanno avuto l'opportunità di parlare con una delle lavoratrici, che ha fornito dettagli inquietanti su quello che avveniva dietro le quinte. Secondo il suo racconto, le ragazze svolgevano non solo spettacoli di intrattenimento, ma si trovavano anche a fronteggiare richieste di natura sessuale.

Alcune delle testimonianze hanno rivelato che Di Stefano forniva un compenso giornaliero che variava dai 30 ai 60 euro, un importo nettamente inferiore rispetto ai guadagni effettivi generati dai loro "servizi". Inoltre, per dissuaderle da eventuali confessioni in caso di intervento delle forze dell'ordine, Di Stefano impartiva istruzioni precise, facendo loro affermare che si trattava di semplici esibizioni artistiche e che i guadagni erano completamente per loro. Questa strategia di depistaggio è stata determinante nel far emergere l'intera operazione illecita.

Le intercettazioni e il fermo di Di Stefano

Le indagini si sono intensificate grazie a un insieme di intercettazioni ambientali e chat, le quali hanno fornito elementi decisivi per incriminare Di Stefano. Le prove raccolte sono state tali da non lasciare spazio a dubbi sulle attività illecite che il locale stava gestendo. Questo ha condotto all'arresto di Di Stefano, un evento che ha segnato una battuta d'arresto per le pratiche pervasive di sfruttamento nel settore.

Oltre all'arresto di Di Stefano, anche il cassiere del club è stato accusato di favoreggiamento della prostituzione, inflazionando ulteriormente il quadro di responsabilità. Le autorità hanno disposto il sequestro del locale, un segnale chiaro del fine delle operazioni di Polizia e della volontà di combattere l'illegalità all'interno della vita notturna romana. La città di Roma, infatti, continua a combattere contro fenomeni criminali che minacciano il benessere e la sicurezza di molti suoi cittadini.

Ultimo aggiornamento il 20 Settembre 2024 da Laura Rossi

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