Arresto di insegnante a Castellammare: accusata di abusi su sette studenti

Arresto di insegnante a Castellammare: accusata di abusi su sette studenti

Arrestata una professoressa di sostegno a Castellammare di Stabia per presunti abusi sessuali su sette ragazzi. L’insegnante respinge le accuse, mentre la comunità è in allerta e preoccupata.
Arresto di insegnante a Castel Arresto di insegnante a Castel
Arresto di insegnante a Castellammare: accusata di abusi su sette studenti - Gaeta.it

La notizia dell’arresto di una professoressa di sostegno di 38 anni a Castellammare di Stabia ha fatto rapidamente il giro dei media nazionali. L’insegnante è sotto accusa per presunti abusi sessuali ai danni di sette ragazzi in una scuola media, un caso che solleva interrogativi e preoccupazioni nella comunità locale. Durante l’interrogatorio di garanzia, l’educatrice ha dichiarato di avere “la coscienza pulita”, respingendo con fermezza le accuse.

Dettagli dell’interrogatorio

L’interrogatorio si è svolto davanti al giudice delle indagini preliminari, Luisa Crasta, e ha avuto una durata di tre ore. In questo lasso di tempo, il magistrato ha richiesto chiarimenti riguardo agli eventi accaduti nella cosiddetta “saletta”, una stanza privata all’interno dell’istituto nella quale, secondo le indagini, sarebbero stati perpetrati gli abusi. Ad emergere sono state anche delle chat trovate sui cellulari degli alunni coinvolti e della stessa professoressa. Assistita dall’avvocato Francesco Cappiello, l’insegnante ha ribadito la sua innocenza, sostenendo che le accuse sono infondate e che si tratta di conversazioni estrapolate dal contesto.

La professoressa ha affermato di non aver mai costretto i ragazzi a compiere atti sessuali, descrivendo il contenuto delle chat come di natura innocente. Tuttavia, il contesto di queste affermazioni è complesso, considerato il profilo delle accuse mosse contro di lei. Gli inquirenti hanno anche menzionato il ritrovamento di materiale compromettente durante una perquisizione nel suo appartamento, dove sarebbero state scoperte migliaia di video e immagini pornografiche. La notizia ha sollevato inquietudine non solo tra gli utenti dei social, ma anche tra le famiglie di Castellammare.

La reazione della famiglia dell’insegnante

La famiglia dell’insegnante ha smentito categoricamente le informazioni riguardanti la perquisizione e il presunto ritrovamento di materiale compromettente. A “Pomeriggio Cinque”, programma di Canale 5, i genitori hanno dichiarato che “è assolutamente falso” quanto riportato dagli inquirenti riguardo alle prove confiscate. Hanno assicurato che non è stata effettuata alcuna perquisizione nel loro appartamento e si sono mostrati turbati dalla situazione, esprimendo la loro preoccupazione per la salute mentale della figlia. “Stiamo tutti malissimo”, hanno commentato, manifestando anche l’intenzione di affidarsi alla magistratura per una risoluzione equa.

La tensione rimane alta, e i genitori hanno dichiarato di essere in attesa di una risposta chiara da parte della giustizia, esprimendo al contempo la loro paura e la richiesta di privacy in un momento così delicato. In una situazione come questa, l’opinione pubblica potrebbe essere portata a prendere posizione, ma è cruciale che le autorità competenti portino avanti le indagini in modo approfondito.

La voce della comunità religiosa

Il vescovo dell’arcidiocesi di Sorrento-Castellammare di Stabia, Francesco Alfano, è intervenuto sulla questione con un comunicato che riflette il profondo dispiacere per quanto accaduto. Nella sua dichiarazione, ha espresso solidarietà alle famiglie coinvolte, in particolare a quelle dei ragazzi, sottolineando l’importanza della scuola come ambiente sicuro per gli studenti. “Questo momento ci chiama a vivere con responsabilità e attenzione la realtà che ci circonda”, ha dichiarato il vescovo, enfatizzando l’importanza della comunità nel sostenere i più vulnerabili.

Il vescovo ha altresì ringraziato le forze dell’ordine e la magistratura per il loro lavoro fino ad oggi, rimarcando l’importanza di fare luce sulla situazione. La Chiesa si è proposta di essere un supporto per tutti coloro che vivono questo momento difficile, invitando la comunità a rimanere unita e a non cedere allo sconforto. La reazione della comunità ecclesiastica evidenzia la natura complessa e sentimento di impotenza che può sorgere di fronte a eventi così drammatici, in cui le persone coinvolte si trovano a dover fronteggiare non solo accuse ma anche l’impatto psicologico di una situazione del genere.

Ultimo aggiornamento il 16 Gennaio 2025 da Marco Mintillo

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