L’episodio di violenza registrato a Torino il 15 novembre ha suscitato grande preoccupazione e l’attenzione delle forze dell’ordine. Gli scontri tra manifestanti e polizia hanno portato al ferimento di venti agenti, scatenando indagini immediate da parte delle autorità competenti. Un militante di un noto centro sociale è stato identificato come l’autore del lancio di lacrimogeni durante il corteo che ha visto diversi gruppi in protesta.
Gli scontri durante il corteo a Torino
Il 15 novembre, Torino è stata teatro di manifestazioni che hanno coinvolto studenti e sostenitori della causa palestinese, portando a disordini in diverse aree della città. In particolare, si sono registrati momenti di tensione significativi davanti alla Prefettura, alla sede della Rai e alla storica Mole Antonelliana. Oltre al caos e ai conflitti con le forze dell’ordine, si sono verificati danni a due fast food nelle vicinanze. La manifestazione, inizialmente pacifica, ha visto un’evoluzione negativa, culminando in atti di violenza che hanno preoccupato sia i cittadini che le autorità.
Le forze di polizia, allertate dalla situazione, hanno dovuto intervenire per contenere la violenza e proteggere l’incolumità delle persone presenti. Sono stati schierati reparti mobili per mantenere l’ordine e gestire le situazioni critiche che si sviluppavano in risposta alle provocazioni. Il lancio di lacrimogeni ha segnato un punto cruciale degli eventi, evidenziando l’intensità degli scontri e le potenziali minacce alla sicurezza pubblica.
Indagini e perquisizioni nel centro sociale
A seguito degli incidenti, la Polizia di Stato, tramite la Digos, ha avviato indagini approfondite per scoprire l’identità dei responsabili. Questa mattina, su incarico del sostituto procuratore Davide Pretti, gli agenti hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione di un giovane militante di 19 anni affiliato al centro sociale Askatasuna. Questa operazione si inscrive nell’ambito di un’ampia ricerca di prove e testimonianze che possano portare a un chiarimento della dinamica di quanto accaduto.
Le autorità hanno trovato durante la perquisizione ulteriori lacrimogeni simili a quelli utilizzati dalle forze di polizia. Tali ritrovamenti hanno sollevato interrogativi riguardo alla loro origine. Sarà compito di esperti stabilire se si tratti effettivamente di lacrimogeni inesplosi recuperati in precedenti interventi delle forze dell’ordine in Valle di Susa, oppure se i dispositivi siano stati artigianalmente realizzati o acquistati, magari attraverso canali illegali come il dark web. L’indagine si concentra sulla raccolta di prove che possano chiarire la provenienza e l’uso di questi ordigni.
Proseguono le indagini della Digos
Le indagini continuano senza sosta per la Digos della Questura di Torino, che si è attivata per identificare ulteriori responsabili coinvolti nelle violenze registrate il 15 novembre. L’attenzione non si limita al solo militante perquisito, ma si estende a tutti i partecipanti al corteo che hanno commesso atti di violenza. La ricerca di prove e informazioni ha come obiettivo principale quello di garantire la sicurezza pubblica e prevenire futuri eventi simili.
La Polizia si impegna a far luce su quanto accaduto, cercando di delineare un quadro chiaro e completo degli eventi. I risultati delle indagini potrebbero portare a ulteriori sviluppi giudiziari e a azioni contro i soggetti coinvolti in comportamenti violenti. Il monitoraggio delle attività dei centri sociali e l’analisi delle dinamiche di protesta saranno strumenti utilizzati per gestire e contenere potenziali esplosioni di violenza in futuro.
Il caso rimane sotto alta attenzione, mentre l’opinione pubblica attende sviluppi fondamentali nelle indagini in corso e un rafforzamento delle misure di sicurezza in eventi pubblici simili.
Ultimo aggiornamento il 12 Dicembre 2024 da Marco Mintillo