Un’operazione della Squadra Mobile di Milano ha portato all’arresto di Cristian Ferrario, un noto ultrà interista di 50 anni, colpito da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per detenzione di armi da guerra. L’arresto è avvenuto dopo la scoperta di un sostanzioso arsenale occultato in un magazzino a Cambiago, nel Milanese. L’episodio solleva preoccupazioni circa la sicurezza e il coinvolgimento degli ultras nel crimine organizzato. Il ritrovamento, effettuato durante un’inchiesta che ruota attorno alle curve di San Siro, pone interrogativi sull’intensificazione delle attività illegali nel contesto del tifo calcistico.
La scoperta dell’arsenale a Cambiago
Il ritrovamento dell’arsenale è avvenuto pochi giorni fa e ha mostrato contorni inquietanti. Gli investigatori hanno rinvenuto un magazzino a Cambiago, dove erano custoditi fucili di tipo AK-47, mitragliatrici Uzi e tre bombe a mano. Questo evento ha aperto un nuovo capitolo nell’inchiesta che coinvolge la curva Nord dell’Inter, evidenziando potenziali collegamenti con organizzazioni criminose. Gli inquirenti, guidati dai pubblici ministeri Paolo Storari e Sara Ombra, hanno descritto il materiale trovato come un’arma da offesa particolarmente pericolosa.
La documentazione del gip di Milano, Domenico Santoro, sottolinea la “proiezione criminosa” che emerge da questa scoperta, ritenuta persino più allarmante di quanto già emerso con l’inchiesta “doppia curva”. Quest’ultima, infatti, ha contestato l’associazione per delinquere con aggravante di metodo mafioso. La presenza di armi da guerra e materiali per potenziali agguati nella disponibilità di Ferrario getta un’ombra sul mondo degli ultras, suggerendo un quadro di attività illecite ben radicate.
Cristian Ferrario e il suo coinvolgimento
Cristian Ferrario, già noto alle forze dell’ordine, si trovava nei guai anche prima di questa operazione. A fine settembre, era stato posto ai domiciliari come presunto prestanome di Andrea Beretta, il capo ultrà attualmente in carcere per omicidio. Durante l’interrogatorio di convalida, Ferrario ha negato ogni responsabilità, sostenendo di non essere a conoscenza delle armi, le quali, a suo dire, erano state accuratamente nascoste nel magazzino.
Il giudice ha contestato questa versione, evidenziando come la disponibilità di un arsenale così nutrito spettasse a Ferrario e a Beretta, che collaborando con la giustizia, sta cercando di chiarire la vicenda legata all’omicidio dello storico capo ultras Vittorio Boiocchi, avvenuto nel 2022. I dettagli forniti da Ferrario sono ancora in fase di valutazione, e le autorità stanno esaminando i potenziali canali di approvvigionamento delle armi rinvenute.
Dettagli dell’inchiesta e futuro delle indagini
L’ordinanza emessa dal gip enumera specificatamente i 54 oggetti recuperati nel magazzino, inclusi fucili semiautomatici, munizioni, giubbotti antiproiettile e persino distintivi contraffatti delle forze di polizia. Il luogo è stato identificato come alquanto problematico dal giudice, il quale si è chiesto quale potesse essere la destinazione finale di tali armi.
Le indagini si stanno ora concentrando sulla ricostruzione di un apparato di forniture e utilizzo di queste armi. Timori persistono rispetto alla possibilità che alcune di esse siano stati impiegate in azioni delittuose, inclusi possibili collegamenti con episodi violenti all’interno e all’esterno degli stadi. Gli inquirenti devono ora chiarire la vera portata dell’arsenale e le sue implicazioni nel panorama del tifo violento, ma anche nel crimine organizzato attivo nella regione milanese.
Ultimo aggiornamento il 26 Novembre 2024 da Armando Proietti