Ascoli-Pisa: scontri post-partita portano all’emissione di 12 nuovi Daspo per ultrà violenti

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Ascoli-Pisa: scontri post-partita portano all'emissione di 12 nuovi Daspo per ultrà violenti - Gaeta.it

Gli scontri avvenuti al termine dell'incontro tra Ascoli e Pisa del 10 maggio hanno scosso l'ambiente calcistico e le istituzioni locali. La retrocessione della squadra marchigiana in Lega Pro ha scatenato reazioni violente tra alcuni gruppi di tifosi, costringendo la Questura di Ascoli a intraprendere azioni drastiche. Oltre ai precedenti provvedimenti, sono stati emessi un totale di 16 Daspo, misure di prevenzione per garantire la sicurezza durante gli eventi sportivi.

L'episodio di violenza e il contesto della retrocessione

Cronaca della serata incriminata

La serata del 10 maggio si è rivelata particolarmente tesa dopo la conclusione della partita. La squadra di Ascoli, con la sconfitta contro il Pisa, ha dunque affrontato ufficialmente la retrocessione in Lega Pro, un evento che ha colpito non solo i giocatori e lo staff tecnico, ma anche una frangia dei tifosi più ardenti. Durante il loro tentativo di entrare nell'area riservata alle squadre e agli ufficiali di gara, alcuni ultrà hanno cercato di sfondare le barriere di sicurezza. La tempestiva reazione delle forze dell'ordine ha evitato situazioni ancora più gravi.

Le reazioni da parte delle forze dell'ordine

La situazione ha richiesto l'intervento immediato della polizia, che ha gestito la folla in modo da prevenire il peggio. Le tensioni tra i tifosi e le forze di sicurezza sono riflettenti di un clima già teso, accentuato dalla frustrazione per la retrocessione. L'attività investigativa, che si è estesa per mesi, ha portato a un'analisi approfondita delle dinamiche e dei comportamenti dei tifosi coinvolti. Le indagini hanno rivelato compromissioni significative tra gruppi di tifosi, dando origine a una risposta legale da parte delle autorità.

Le misure adottate: da 4 a 16 Daspo

Il lavoro delle forze dell'ordine

In seguito agli scontri, la Questura ha già emesso nei giorni successivi 4 Daspo, configurando un inizio di risposta a incidenti di questo tipo. Tuttavia, considerando il contesto e l'arrivo di ulteriori informazioni, si è ritenuto necessario emettere ulteriori 12 Daspo per un totale di 58 anni di divieti di accesso a eventi sportivi. Queste misure sono state applicate a soggetti che hanno mostrato reiterate condotte violente o che si sono già trovati coinvolti in episodi di conflitto negli ultimi cinque anni.

La legalità dei provvedimenti

I Daspo sono stati somministrati in base alla legge italiana, la quale prevede misure preventive per tutelare l'ordine pubblico e la sicurezza durante gli eventi sportivi. Due di queste sanzioni riguardano tifosi recidivi, per i quali è stato disposto anche l'obbligo di firma, formalità che dovrà essere convalidata dall'autorità giudiziaria. Tali decisioni sono parte di una strategia più ampia per affrontare il problema della violenza nelle manifestazioni sportive.

L'impatto della violenza nel mondo del calcio

Riflessioni sul futuro del supporto calcistico

Le conseguenze di tali episodi di violenza si ripercuotono non solo sulle squadre e sulle loro comunità, ma anche sull'immagine del calcio italiano. In un periodo in cui il calcio è sempre più al centro di iniziative per la sicurezza e l'inclusione, incidenti come quelli di Ascoli non fanno che sollevare interrogativi sulle pratiche seguite da alcuni gruppi di tifosi. La questione si fa complessa, specialmente quando si parla di sicurezza durante le partite e il futuro delle competizioni sportive.

La responsabilità dei club

È essenziale che i club e le istituzioni sportive collaborino attivamente per prevenire atti di violenza e promuovere un ambiente di supporto sano. Il settore deve affrontare questi problemi con serietà, non solo per garantire sicurezza, ma anche per ridurre lo stigma sui veri tifosi appassionati e sostenitori delle proprie squadre. La misura dei Daspo, nel frattempo, si presenta come uno strumento utile, ma la vera sfida risiede nel migliorare la cultura calcistica e nella costruzione di un rapporto più armonioso tra tifoserie, società sportive e forze dell'ordine.

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