Asilo politico per Nadine Heredia, l'ex first lady del Perù condannata a 15 anni

Asilo politico per Nadine Heredia, l’ex first lady del Perù condannata a 15 anni

Nadine Heredia, ex first lady del Perù, richiede asilo politico all’ambasciata brasiliana dopo la condanna a 15 anni per riciclaggio legato al caso Odebrecht, mentre la situazione politica si complica.
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Nadine Heredia, ex first lady del Perù e moglie dell'ex presidente Ollanta Humala, ha richiesto asilo politico all'ambasciata del Brasile a Lima dopo essere stata condannata a 15 anni di carcere per riciclaggio di denaro legato a Odebrecht. La sua richiesta si basa sulla Convenzione sull'Asilo Diplomatico del 1954, mentre il governo peruviano e quello brasiliano sono in contatto sulla quest - Gaeta.it

Nadine Heredia, ex first lady del Perù e moglie dell’ex presidente Ollanta Humala, ha chiesto asilo politico nella sede dell’ambasciata del Brasile a Lima. Questa richiesta arriva dopo la sua condanna a 15 anni di carcere per riciclaggio. La notizia è stata confermata attraverso una comunicazione ufficiale del ministero degli Esteri peruviano, pubblicata sui suoi canali social.

condanna di Nadine Heredia e Ollanta Humala

Nadine Heredia e suo marito, Ollanta Humala, sono stati recentemente condannati a 15 anni di carcere da un tribunale peruviano. La sentenza riguarda un caso di riciclaggio di denaro legato alla nota compagnia costruttrice brasiliana Odebrecht, ora conosciuta come Novonor. La giustizia peruviana ha stabilito che Humala ha ricevuto 3 milioni di dollari dalla Odebrecht e 200 mila dollari dall’ex presidente venezuelano Hugo Chávez, con l’intento di finanziare le sue campagne presidenziali del 2006 e del 2011. Questa condanna segna un capitolo importante nella lotta contro la corruzione in Perù.

A differenza di Humala, che si è presentato in tribunale, Nadine Heredia non era presente all’udienza e, a seguito della sentenza, è stato emesso un mandato di cattura nei suoi confronti. La scelta di rifugiarsi nell’ambasciata brasiliana indica una strategia toccante di protezione legale, mentre la situazione politica in Perù rimane tesa.

richiesta di asilo alla luce della convenzione del 1954

Il ministero degli Esteri peruviano ha reso noto in una nota che Nadine Heredia ha richiesto ufficialmente asilo al Brasile, in conformità con le disposizioni della Convenzione sull’Asilo Diplomatico del 1954, documento internazionale del quale sia il Perù che il Brasile sono firmatari. La comunicazione ha sottolineato che i due governi sono attivamente “in comunicazione permanente” riguardo alla situazione di Heredia. Questa convenzione è un accordo che stabilisce i diritti delle persone che cercano asilo diplomatico in circostanze specifiche e indica la complessità delle relazioni diplomatiche coinvolte.

Il ministero degli Esteri brasiliano, noto come Itamaraty, ha confermato la presenza dell’ex first lady nell’ambasciata, come riportato dal sito G1. La richiesta di asilo nello specifico contesto peruviano ha suscitato un acceso dibattito, accentuando la divisione tra sostenitori e oppositori della coppia.

le implicazioni legali della sentenza

La sentenza emessa non rappresenta una conclusione definitiva. Infatti, come riportato da El Comercio, la condanna può essere oggetto di appello. Paradossalmente, il ricorso potrebbe aprire la porta a un nuovo dibattito legale, coinvolgendo esperti di diritto e osservatori della scena politica peruviana circa la proprietà della giustizia e della lotta contro la corruzione.

Le condanne ad alti funzionari pubblici, con moglie e marito in primo piano, sollevano interrogativi sulle reticenze del sistema giuridico nel perseguire tali crimini. Resta da vedere quali sviluppi si presenteranno, non solo per Humala e Heredia, ma anche nel contesto più ampio della politica peruviana e delle sue implicazioni a livello internazionale.

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