Il recente annuncio di trasferire la Corte dei Conti da L’Aquila a Napoli ha sollevato un’ondata di malcontento tra i cittadini e gli amministratori abruzzesi. Questa decisione del governo ha colto di sorpresa magistrati e amministrativi, che si sono visti privare di un’importante istituzione presente sul territorio. La proposta, che rientra nella legge A.C. 1621 sulla giustizia contabile, prevede una riorganizzazione delle sedi delle Corti Territoriali in sei macro aree nazionali, ma ha comportato una forte opposizione locale.
La riorganizzazione delle sedi e i suoi effetti sul territorio
La legge attuale prevede la creazione di sei aree per la localizzazione delle Corti territoriali, ma la soppressione della sezione di L’Aquila ha scatenato polemiche. La proposta di chiudere la Corte abruzzese, avanzata tramite un emendamento a firma della deputata Sara Kelany di Fratelli d’Italia e di Pietro Pittalis di Forza Italia, non solo colpisce la sede, ma prevede anche l’accorpamento della Corte dei Conti dell’Abruzzo nella macroarea del Sud, un’aggregazione che comprende anche regioni come Molise, Basilicata, Calabria e Puglia. Così, i giudici e gli amministrativi aquilani dovranno trasferirsi quasi trecento chilometri più a sud, affrontando notevoli disagi logistici e professionali.
Questo cambiamento ha allarmato non solo gli addetti ai lavori ma anche i cittadini, i quali vedono in questo trasferimento un attacco diretto alla legalità e alla giurisdizione nella loro regione. La riorganizzazione è avvenuta senza coinvolgere i magistrati o gli organi giurisdizionali interessati, creando un clima di incertezza e preoccupazione sull’efficienza del sistema giudiziario locale.
Le reazioni politiche e le iniziative locali
La politica abruzzese si è mobilitata contro questa decisione, con il Partito Democratico locale che ha annunciato una risoluzione per mantenere la Corte dei Conti a L’Aquila. Anche il presidente della regione Marco Marsilio avrebbe manifestato contrarietà al piano, pur restando in un silenzio preoccupante in merito alle misure da intraprendere. I consiglieri regionali del PD, tra cui Daniele Marinelli, Silvio Paolucci e altri, hanno sottolineato l’importanza di contrastare una mossa che viene vista come un’ulteriore spoliazione dell’Abruzzo delle sue istituzioni.
La riorganizzazione della Corte dei Conti ha portato i rappresentanti locali a chiedere una revisione della bozza legislativa e un ritiro dell’emendamento che prevede la chiusura della sede aquilana. L’appello è di trovare un dialogo con gli interlocutori appropriati, per garantire che la voce della giustizia abruzzese venga ascoltata e rispettata.
Un appello all’unità e alla responsabilità
Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, è chiamato a prendere una posizione forte in questo frangente. Come presidente dell’ANCI regionale, potrebbe rappresentare non solo il suo partito, ma l’intera comunità abruzzese, riconoscendo le criticità di questa azione e cercando di ristabilire il dialogo tra le istituzioni. Le aspettative verso il sindaco sono alte, poiché la questione riguarda non solo l’efficienza del sistema giudiziario, ma anche il rispetto e la presenza delle istituzioni sul territorio.
Il futuro della Corte dei Conti a L’Aquila è ora in bilico, e la prossima settimana potrebbe rivelarsi cruciale per la loro permanenza. Mentre la situazione si sviluppa, il governo regionale e i rappresentanti locali sono chiamati a dar voce alle esigenze della loro comunità, impedendo che l’Abruzzo perda un altro importante presidio della giustizia e della legalità.
Ultimo aggiornamento il 19 Gennaio 2025 da Marco Mintillo