L’assalto ai due furgoni portavalori avvenuto sulla Variante Aurelia, all’uscita della galleria sud di San Vincenzo, ha destato grande preoccupazione. La peculiarità del modus operandi dei criminali evoca reminiscenze del crimine organizzato sardo e riporta alla mente esperienze pregresse di Giancarlo Dionisi, attuale prefetto di Livorno. Dionisi ha ricoperto ruoli significativi nel governo locale, inclusa una lunga esperienza a Nuoro, e ora affronta una situazione incisiva a livello regionale.
Il contesto dell’assalto e le prime reazioni
L’attacco ai portavalori ha avuto luogo in un momento in cui il traffico di denaro contante e i trasferimenti di valori sono intensi, anche a causa delle festività imminenti. Le dinamiche del crimine, come evidenziato dalle immagini e dalle testimonianze, suggeriscono un’organizzazione ben strutturata. Alcuni accenti dei membri del commando, infatti, hanno sorpreso gli inquirenti per la loro somiglianza a quelli comunemente associati alle bande attive in Sardegna.
Dionisi ha immediatamente collegato l’accaduto alla sua precedente esperienza in Barbagia, dove avvenivano assalti simili. Già in passato, dopo un episodio analogo lungo la statale 131, era stata formata una task force per affrontare il problema. Questa unicità del modus operandi è stata subito registrata, facendo scattare l’allerta tra le forze dell’ordine e portando alla creazione di protocolli con le società di vigilanza.
Proposte di sicurezza per Livorno
Il prefetto ha avanzato idee per affrontare il tema della sicurezza, proponendo l’istituzione di un protocollo che coinvolga tutte le parti interessate nel trasporto e nella custodia di valori. La comunicazione, a suo avviso, può rappresentare un elemento cruciale. Attraverso il potenziamento della cooperazione tra diverse entità – dalle forze di polizia alle aziende di vigilanza – spera di ottimizzare la pianificazione e il monitoraggio dei trasferimenti.
Un’altra proposta del prefetto riguarda l’impiego dei droni. Questi strumenti potrebbero rivelarsi vantaggiosi in termini di costi e funzionalità . L’uso dei droni non solo consentirebbe un monitoraggio migliore, ma potrebbe anche fungere da deterrente per eventuali crimini, assicurando un intervento rapido e coordinato delle forze dell’ordine.
Lo stato delle indagini e le preoccupazioni per la criminalità organizzata
Le attuali indagini sono nelle mani delle forze di polizia e della magistratura. Dionisi ha espresso la sua piena fiducia nei confronti di queste istituzioni, sottolineando che il fenomeno del crimine organizzato è complesso e può comportare reti ben strutturate. La peculiarità di alcuni assalti spesso nasconde la presenza di organizzazioni mafiose, non limitate soltanto al territorio provinciale o regionale.
Inoltre, è fondamentale evidenziare come tali eventi non rappresentino episodi isolati. Secondo l’analisi del prefetto, esiste una connessione preoccupante tra i crimini a livello locale e le strategie criminali che si sviluppano su scala più ampia. Questi eventi indicano la necessità di un approccio integrato per affrontare la questione, tenendo conto delle ramificazioni che fuoriescono dai confini regionali.
L’esperienza passata di Dionisi e le sue proposte attuali offrono spunti per implementare misure di sicurezza più efficaci e sperare di ridurre il rischio di simili attacchi in futuro, garantendo una maggiore protezione per cittadini e attività .