Nella notte tra il 9 e il 10 dicembre, il centro storico di Apricena, comune situato nella provincia di Foggia, è stato teatro di un assalto audace e ben congegnato. Un gruppo di almeno dieci malviventi ha preso di mira una gioielleria, portando a termine un furto che ha scosso la comunità locale e destato l’attenzione dei media. Con modalità di azione che denotano un certo livello di preparazione, i ladri hanno utilizzato una pala meccanica per sfondare la vetrina del negozio, mentre hanno ostacolato le forze dell’ordine con una serie di strategie mirate.
Un’azione coordinata per il colpo perfetto
L’assalto alla gioielleria è avvenuto con una sorprendente coordinazione. La banda ha utilizzato una pala meccanica per distruggere la vetrina, permettendo così l’accesso rapido ai preziosi esposti. Prima di mettere a segno il colpo, i criminali hanno realizzato un’azione diversiva bloccando i cancelli della caserma dei carabinieri e l’ingresso della casa del gioielliere con delle catene. Questo stratagemma ha avuto come obiettivo quello di rallentare l’intervento delle forze dell’ordine, consentendo ai ladri di agire indisturbati. L’uso di chiodi a quattro punte, sparsi strategicamente per il suolo, ha ulteriormente complicato la situazione, creando difficoltà nei tentativi di inseguimento.
La premeditazione con cui è stato eseguito il colpo ha allarmato non solo i cittadini di Apricena, ma ha anche sollevato interrogativi sulla sicurezza della zona e sulla capacità delle forze dell’ordine di contrastare simili episodi. L’operazione criminosa, evidenziando la mancanza di deterrenti efficaci, ha lasciato la popolazione in uno stato di preoccupazione.
Testimonianze e reazioni dopo il furto
A seguito dell’assalto, “Pomeriggio Cinque” ha raccolto la testimonianza di Pio De Filippis, figlio del gioielliere colpito. La sua testimonianza evidenzia la brutalità dell’assalto: “Hanno rotto un dito a mio fratello.” Le parole di De Filippis illustrano non solo il danno materiale subito dalla loro attività , ma anche l’impatto emotivo e psicologico che tali eventi possono avere sulle vittime. Il furto di beni materiali è un’esperienza traumatica che lascia segni profondi nelle vite delle persone coinvolte.
La comunità di Apricena si è mobilitata, esprimendo supporto alla famiglia del gioielliere e chiedendo misure più severe per garantire la sicurezza. Questo episodio ha riacceso il dibattito sulla necessità di maggiore presenza di forze dell’ordine e di strategie più efficaci nella lotta contro la criminalità .
Un altro colpo prima dell’assalto alla gioielleria
Precedentemente all’assalto alla gioielleria, la banda aveva compiuto un’altra rapina ad Apricena, sfondando con un’auto l’ingresso di una tabaccheria. Questo precedente suggerisce che la banda fosse già operativa nella zona e avesse pianificato i colpi in modo sistematico. Gli eventi collegati mostrano un calendario di attività criminale che potrebbe destare preoccupazione per la sicurezza cittadina.
Le modalità con cui sono stati eseguiti entrambi i colpi rivelano un modus operandi dalla forte carica aggressiva e un evidente intento di mettere a segno furti di rilevante valore. Le forze dell’ordine sono ora chiamate a un’azione decisiva per contrastare queste attività , svelando possibili legami tra i vari membri della banda e altri casi simili riscontrati in aree limitrofe.
La paura scaturita dalla serie di eventi delittuosi invita a una riflessione collettiva sulla sicurezza nelle città , con richieste di interventi da parte delle istituzioni. Apricena, come altri comuni italiani, si trova a dover affrontare una sfida che richiede un impegno concertato per restituire tranquillità e fiducia alla comunità .
Ultimo aggiornamento il 11 Dicembre 2024 da Armando Proietti