Il recente avviso dell’INPS ha messo in allerta molti italiani che beneficiano dei sussidi, sostegni economico per numerose famiglie in difficoltà.
L’istituto ha introdotto nuove modalità di controllo per verificare la conformità dei beneficiari alle norme previste. In particolare, si pone attenzione sulla comunicazione di eventuali rapporti di lavoro dipendente avviati durante il periodo di erogazione del sussidio. Questo ha creato preoccupazione tra coloro che, per dimenticanza o mancanza di informazioni, potrebbero trovarsi improvvisamente con l’assegno sospeso.
Questa procedura di controllo e sospensione è stata implementata per garantire trasparenza e correttezza nell’erogazione dei fondi pubblici, assicurando che le risorse siano destinate a chi effettivamente ne ha bisogno. Tuttavia, è fondamentale che l’INPS continui a fornire informazioni chiare e accessibili ai beneficiari, affinché possano adempiere ai loro obblighi senza incorrere in sanzioni o sospensioni indesiderate.
Come funziona il beneficio INPS
L’assegno di inclusione è concepito non solo come una misura di sostegno economico, ma anche come uno strumento di inclusione sociale e lavorativa. È rivolto a chi presenta determinati requisiti di cittadinanza, residenza e situazione economica. La misura è destinata a nuclei familiari con un ISEE non superiore a 9.360 euro, e che includano almeno un componente con disabilità, minorenne, di età pari o superiore ai 60 anni, o in condizione di svantaggio certificata.
Questo sostegno viene erogato mensilmente e può durare fino a 18 mesi, con possibilità di rinnovo per ulteriori 12 mesi, previa sospensione di un mese. L’obiettivo principale è non solo alleviare le difficoltà economiche, ma anche incoraggiare l’attivazione lavorativa e l’inclusione sociale attraverso percorsi personalizzati.
I beneficiari dell’assegno di inclusione hanno obblighi precisi da rispettare. Devono comunicare tempestivamente all’INPS l’avvio di qualsiasi attività lavorativa da parte di un componente del nucleo familiare. Tale comunicazione deve avvenire entro trenta giorni dall’inizio del lavoro, pena la sospensione dell’erogazione del sussidio.
L’importanza di questo obbligo è sottolineata dal fatto che, in caso di mancata comunicazione entro il termine previsto, l’assegno viene sospeso e il diritto alla prestazione può decadere se la situazione non viene regolarizzata entro tre mesi. Inoltre, l’eventuale reddito da lavoro percepito non influisce sull’assegno entro un limite di 3.000 euro lordi annui, ma l’eccedenza viene considerata per il calcolo del beneficio a partire dal mese successivo alla variazione occupazionale.
A partire da giugno 2024, l’INPS ha intensificato i controlli sui percettori dell’assegno di inclusione. Questi controlli mirano a verificare il rispetto degli obblighi di comunicazione attraverso il modello “ADI-Com Esteso”, obbligatorio per chi avvia un’attività lavorativa dipendente o un percorso di politica attiva del lavoro che preveda indennità.
La mancata presentazione di questo modello entro i termini stabiliti comporta la sospensione dell’assegno. L’INPS ha predisposto un sistema di controllo che identifica le domande a rischio, ponendole in stato di “sospesa” fino alla regolarizzazione della situazione. Questo è un passo importante per garantire che il sostegno venga erogato solo a chi ne ha effettivamente diritto, ma rappresenta anche una fonte di ansia per i beneficiari che temono errori burocratici o ritardi nelle comunicazioni.
La sospensione dell’assegno avviene nei casi in cui non viene comunicata la variazione occupazionale entro trenta giorni. Tuttavia, qualora il beneficiario presenti il modello “ADI-Com Esteso” in ritardo, l’assegno può essere ripristinato e le mensilità arretrate erogate, a condizione che la situazione venga regolarizzata entro tre mesi. In sintesi, l’avviso dell’INPS è un chiaro richiamo all’importanza di una gestione responsabile e consapevole delle prestazioni sociali, sottolineando la necessità di una comunicazione tempestiva e accurata da parte dei beneficiari.