L’evento culturale “CorporalMente”, promosso dal Sacro Convento di Assisi, continua a esplorare temi significativi guidati dalla figura di san Francesco. Nella sua terza giornata, il convegno ha messo in luce la scrittura e la spiritualità del Poverello, culminando in una suggestiva serata musicale. Le riflessioni su come il corpo e l’anima siano interconnessi hanno dato il via a un clima di condivisione e approfondimento, facendo emergere l’attualità dei messaggi di san Francesco nella società contemporanea.
L’intervento di fra’ Firmino Giacometti: san Francesco come scrittore empatico
Nel panel intitolato “Dalla scrittura alla persona: chi era san Francesco?”, fra’ Firmino Giacometti ha offerto una stimolante analisi della scrittura del Santo, sottolineando la sua sensibilità e creatività. Il grido d’animo di Francesco si manifesta nella sua capacità di entrare in risonanza con l’altro, un processo che trasforma il suo atto di scrittura in un mezzo per comprendere i sentimenti e le emozioni altrui.
La discussione ha preso le mosse dalla “Chartula”, uno dei pochi autografi di san Francesco, un documento prezioso che testimonia l’evento delle stimmate. La scrittura è vista come un atto di misericordia, capace di rivelare non solo l’interiorità del Santo, ma anche la sua intenzione di connettersi con il prossimo in modo profondo. A tal proposito, fra’ Giacometti ha sottolineato l’importanza di un’analisi attenta, considerando i mezzi rudimentali utilizzati da Francesco, come una penna d’oca.
Le pergamene dedicate a frate Leone, contenenti messaggi di benedizione e sostegno, sono state elaborate dai relatori, ponendo l’accento su come la scrittura fosse per Francesco non solo un atto di comunicazione ma un gesto di speranza e guida per i suoi frati.
Il profondo legame tra corpo e anima: un percorso spirituale
La giornata ha visto il panel “Corpo: dentro il tempo l’eternità”. Questa sessione ha affrontato la questione del legame tra corpo e anima, sottolineando come entrambe queste dimensioni siano interconnesse in un’unica esperienza umana. Giovanni Boni, medico dello sport, ha avviato la discussione evidenziando il valore del corpo come veicolo fondamentale per la nostra esistenza e per il riconoscimento della nostra storia personale.
Lucia Vantini ha proseguito esplorando il tema dal punto di vista spirituale, ponendo l’accento sulla necessità di percepire il corpo non solo come involucro, ma come parte integrante del nostro percorso spirituale. La relazione tra corporeità e interiorità diventa così un tema centrale del convegno, aprendo a importanti riflessioni su come le esperienze fisiche modellino la nostra vita interiore e il nostro approccio alle relazioni e al mondo.
Salute e benessere: l’importanza della longevità in un contesto moderno
Il pomeriggio ha visto il panel “Benessere e longevità”, un confronto sul tema della salute e della qualità della vita. Moderato da Paola Saluzzi, questo incontro ha visto la partecipazione di esperti provenienti da diversi ambiti, tra cui Andrea Baccarelli, Massimo Mercati e Monica Poggio.
Durante la discussione, si è parlato di come l’approccio alla salute debba essere multidimensionale, integrando conoscenze scientifiche con pratiche di vita sostenibile. Attraverso le testimonianze dei relatori, è emersa la necessità di promuovere un cambiamento profondo nella società, incoraggiando le persone a prendersi cura del proprio corpo e della propria mente nel contesto di una comunità più ampia.
La conferenza ha toccato anche il tema dell’educazione alla salute e all’accessibilità per tutti, con particolare attenzione alle famiglie e alla scuola. È stato un momento cruciale per riflettere sulla transizione ecologica e sulle nuove responsabilità che hanno i cittadini verso l’ambiente.
L’arte contemporanea incontra la spiritualità
Il convegno ha avuto un’ulteriore evoluzione con la partecipazione di Costantino D’Orazio, che ha parlato di “Corpo e creatività: la persona nell’arte contemporanea”. Questa sessione ha proposto un dialogo tra l’arte e le problematiche attuali, dimostrando come l’espressione artistica possa essere un potente mezzo per esplorare la natura umana.
In particolare, D’Orazio ha analizzato come gli artisti contemporanei interpretano la corporeità in relazione alla spiritualità e al mondo. Le opere d’arte diventano così riflesso di un profondo interesse per il benessere dell’individuo e della collettività, invitando a un dialogo continuo tra le varie forme d’arte e il messaggio di inclusione che caratterizza la figura di san Francesco.
Un’esperienza sonora e visiva: il Requiem Universalis
La giornata si è conclusa con un evento che ha unito arte e spiritualità: il concerto “Requiem universalis”. Realizzato dal violinista Andrea Di Cesare, l’opera ha reinterpretato il celebre Requiem di Mozart attraverso l’uso di strumenti moderni e tecniche innovative.
Questo appuntamento musicale si è svolto nella suggestiva cornice del sagrato della chiesa superiore della Basilica e ha proposto una riflessione sulla connessione tra corpo, spirito e ambiente, ricercando un dialogo con le nuove generazioni. L’evento ha previsto anche letture del testo delle stimmate di san Francesco, affidate ad attori di spicco, restituendo un’interpretazione viva e attuale della tradizione franciscona.
Con questo amalgama di cultura, spiritualità e innovazione, la terza giornata di “CorporalMente” si è rivelata un viaggio profondo nell’anima e nel corpo, un richiamo a riconsiderare l’eredità di san Francesco per le sfide e le speranze dell’oggi.