Assolti dall'incendio del 2018: la società Orim e il titolare Alfredo Mancini riacquistano libertà

Assolti dall’incendio del 2018: la società Orim e il titolare Alfredo Mancini riacquistano libertà

Il tribunale di Macerata assolve la società Orim e il suo titolare Alfredo Mancini dalle accuse di illecito ambientale e violazioni antincendio legate a un incendio del 2018.
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Il tribunale di Macerata ha assolto la società Orim e il suo titolare, Alfredo Mancini, dalle accuse di illeciti ambientali e violazioni delle normative antincendio legate a un incendio avvenuto nel 2018. Il giudice ha evidenziato l'assenza di responsabilità e l'impeccabile organizzazione aziendale, mentre la difesa ha dimostrato l'infondatezza delle accuse. Orim ora guarda al - Gaeta.it

Un importante verdetto è arrivato dal tribunale di Macerata, dove la società Orim e il suo titolare, ingegner Alfredo Mancini, sono stati assolti dalle accuse relative all’incendio che ha colpito l’azienda il 6 luglio 2018. La decisione del giudice Andrea Belli, che ha sostenuto che “il fatto non sussiste”, ha messo fine a un processo lungo e complesso, suscitando reazioni significative sia all’interno che all’esterno dell’azienda.

Le accuse contro Orim e Alfredo Mancini

Diverse accuse erano state formulate nei confronti di Mancini, con particolare attenzione ai presunti illeciti ambientali e le violazioni delle normative antincendio. Secondo le affermazioni della pubblica accusa, l’incendio sarebbe stato avviato o, in ogni caso, reso più grave dalla presenza di sostanze pericolose e liquidi infiammabili all’interno dell’azienda. I consulenti della Procura, supportati anche dai Vigili del Fuoco, avevano sottolineato che tali sostanze superavano i limiti stabiliti dai requisiti di prevenzione incendi.

A seguito delle indagini e delle prime ricostruzioni dell’evento, l’accusa ha anche affermato che Orim fosse responsabile dell’inquinamento della falda acquifera e del fiume nelle vicinanze, sostenendo che il dilavamento causato dalle acque impiegate per spegnere l’incendio aveva inquinato, seppur in modo contenuto, le risorse idriche.

La difesa di Orim e il verdetto del giudice

Dopo un lungo processo caratterizzato da testimonianze e presentazioni di prove, il giudice Belli ha dichiarato Orim e Mancini non colpevoli. Nel suo verdetto, il giudice ha testimoniato che non c’erano state violenze delle autorizzazioni ambientali o delle regole dettate per il trattamento dei rifiuti pericolosi. Anzi, l’istruttoria ha messo in risalto “l’impeccabile organizzazione aziendale” e il rispetto delle normative vigenti.

Gli avvocati di difesa hanno fornito prove chiare per dimostrare che le accuse erano infondate. Hanno argomentato che tutte le pratiche di controllo interno riguardanti la gestione dei rifiuti erano state seguite correttamente, senza carenze di alcun genere. Questo aspetto ha giocato un ruolo cruciale nella decisione finale del tribunale.

L’incendio e i vigili del fuoco

Un altro punto importante emerso durante il processo riguardava il ruolo dei Vigili del Fuoco. Orim ha chiarito che tutte le operazioni di spegnimento dell’incendio erano state gestite direttamente dai pompieri, che operavano in autonomia e decidevano quali materiali estinguenti utilizzare. Durante il dibattito, i legali di Orim hanno fatto notare alcune scelte tecniche fatte dai Vigili del Fuoco che sono state oggetto di discussione, evidenziando che eventuali errori nella gestione del sinistro non potevano essere attributi all’azienda.

In ultima analisi, l’istruttoria ha confermato che Orim e il suo legale rappresentante non avevano alcuna responsabilità per quanto riguarda l’inquinamento causato dall’incendio, la gestione dei rifiuti infiammabili, o per questioni relative alle misure di sicurezza antincendio.

La reazione di Orim e le prospettive future

Con l’assoluzione, la società Orim ha manifestato il desiderio di ringraziare il proprio team legale per la professionalità dimostrata durante il processo. Gli avvocati Paolo Giustozzi, Nicola Perfetti e Donatello Prete sono stati fondamentali nel dimostrare l’infondatezza delle accuse mosse. Il verdetto ha rappresentato un’importante svolta, restituendo serenità all’azienda e confermando l’integrità del lavoro svolto da Alfredo Mancini e dalla sua squadra.

Con questo epilogo, Orim guarda al futuro con la volontà di continuare a operare nel settore del trattamento e riciclaggio dei rifiuti industriali, cercando di utilizzare questa esperienza per migliorare ulteriormente la sicurezza e la normativa ambientale all’interno della propria organizzazione.

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