Assolti gli ex amministratori dell'Aquila da accuse di danno erariale: la sentenza della Corte dei Conti

Assolti gli ex amministratori dell’Aquila da accuse di danno erariale: la sentenza della Corte dei Conti

La Corte dei Conti assolve gli ex amministratori dell’Aquila da responsabilità di danno erariale, riconoscendo la complessità della gestione post-terremoto e la scadenza dei termini di prescrizione.
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Assolti gli ex amministratori dell'Aquila da accuse di danno erariale: la sentenza della Corte dei Conti - Gaeta.it

Dopo anni di indagini e accuse, la Corte dei Conti per l’Abruzzo ha emesso una sentenza chiara che absolve tutti gli ex amministratori e dirigenti del Comune dell’Aquila da responsabilità di danno erariale. I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2010 e il 2017, durante il quale i convenuti non avrebbero riscosso canoni di compartecipazione per affitti di abitazioni del Progetto Case, avviato in seguito al terremoto del 2009, per un ammontare superiore ai 720mila euro.

I dettagli della sentenza

La Corte dei Conti ha emesso la sentenza n. 10 dell’11 febbraio 2025, presieduta da Bruno Tridico, con Stefano Grossi come giudice estensore. La decisione segna un’importante svolta per gli ex amministratori, tra cui figura Massimo Cialente, ex sindaco dell’Aquila, insieme a vari assessori come Alfredo Moroni e Giovanni Cocciante, e dirigenti comunali. La richiesta di risarcimento collegata ai canoni non riscossi e ai consumi di gas e energia risaliva a un periodo critico per la città, colpita duramente dal sisma del 2009. L’avvocato Carlo Benedetti, che ha difeso i convenuti, ha espresso soddisfazione per l’esito della causa, sottolineando che è stato dimostrato che gli ex amministratori hanno sempre adottato misure adeguate per gestire la situazione finanziaria del Comune.

La cronologia dei fatti

Gli eventi che hanno portato a questa sentenza si sono verificati negli anni successivi al terremoto, un periodo di grande instabilità per l’Aquila. I crediti non riscossi erano relativi a canoni per l’affitto di abitazioni e a consumi di energia, e le richieste per tali importi erano state avanzate tra il 2013 e il 2015. Secondo la Corte, i termini di prescrizione erano già scaduti: i crediti del 2013 risultavano prescritti nel 2018, quelli del 2014 nel 2019 e così via. La sentenza mette in evidenza una gestione che, pur in un contesto complicato, ha cercato di recuperare somme superiori a 30 milioni di euro. Questo fattore ha inciso sulla decisione della Corte, che ha riconosciuto il lavoro difficoltoso degli ex amministratori nell’affrontare i conti del Comune.

Implicazioni per la città

La conclusione del procedimento rappresenta non solo una liberazione per gli ex amministratori, ma porta a una riflessione più ampia sulle amministrazioni locali in situazioni di crisi. La Corte ha evidenziato la necessità di riconoscere le difficoltà inherentemente legate alla gestione di un Comune dopo un evento calamitoso come il terremoto. Le responsabilità degli amministratori, in contesti così complessi, devono essere valutate alla luce delle azioni intraprese e della tempestività con cui sono state attuate. In un periodo in cui il Comune sta cercando di riprendersi dai postumi del terremoto e di costruire un futuro migliore, questa sentenza potrebbe fornire l’opportunità necessaria per ripensare le strategie di intervento e di gestione dei fondi pubblici.

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